Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      illusioni qualvolta compiacciano al supremo loro desio, Filippo Strozzi, Baccio Valori e gli altri capi, uomini delle cose umane espertissimi, e conoscitori profondi degli uomini, si lasciarono cogliere nella rete, e coli'anima ardente di speranza sul cadere del luglio 1537 entrarono in Toscana con poche compagnie di cavalli, in tanto che lo esercito teneva loro dietro. Si spinsero fino a Montemurlo, vecchio castello in allora privo d'ogni difesa, sorgente alle falde dell'Appennino tra Prato e Pistoia. Colà gli aspettava Cosimo, il quale considerando come tutti gli esuli fiorentini — non esclusi gli scolari che studiavano nelle università di Padova e di Bologna — fossero accorsi da ogni parte d'Italia per congiungersi con lo esercito condotto da Piero Strozzi, pensava che se gli fosse riuscito di assestare bene il colpo e poderosamente darlo, avrebbe fatta un'azione tale da acquistarsi sicurtà e riputazione somma. Per accrescere quindi la cieca fiducia degli esuli si finse grandemente atterrito, détte voce di non volere aspettare lo appropinquarsi degli esuli a Firenze, o come dice uno storico di quei tempi, pareva eh' egli stesse co' piè mezzi nelle staffe; smarrito di consiglio, stremo di pecunia, non tanto da toglierne a forza, ma da accattarne con preghiera dagli amici. Molti cittadini fra così grande spavento di tutta la città si partirono ed andarono a Montemurlo. Era fra costoro un Bertino Strozzi, il quale sotto nome di visitare Filippo e confortarlo a non temere e star fermo, spiò ogni cosa, e la riferì ad Alessandro Vitelli che lo aveva mandato. Piero Strozzi intanto si era spinto fino alle porte di Prato, aveva appiccato zuffa colle genti del capitano che guardava la terra, e diviso poscia i suoi pochi soldati per tendere il dì seguente un' imboscata al nemico. Ma non era il presidio di Prato il nemico da temersi principalmente. Alessandro Vitelli quella stessa notte mosse da Firenze con tutte le sue schiere, e riposandosi un' ora sola a Prato si avviò verso di Montemurlo. San-drino da Filicaja che con una mano di genti stavasi in agguato, spaventato dal numero de'soldati del Vitelli, non osò mostrarsi e non trovò modo di avvertirne Piero Strozzi. Il quale si lasciò sorprendere; i suoi furono sgominati ed egli a stento potè salvare la vita. Le milizie del Vitelli esitavano ad ascen-


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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