Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NO.NO.
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      LXIV. Francesco Burlamacchi, reputatissimo uomo, uno dei tre commissarii della milizia del territorio, non ristrinse il suo affetto per la libertà dentro i confini del suo municipio , ma con generosa aspirazione abbracciò tutta la Italia e fece pensiero di salvarla resuscitando le cadute repubbliche. Senza comunicarne nulla ai consigli, i quali di sicuro lo avrebbero chiamato insano, fece divisamente di sorprendere Pisa coi mille e quattrocento uomini a lui sottoposti, connivente il comandante della fortezza- di ridare ai Pisani la libertà che dopo tanti anni di lotte e di rassegnazione sempre deploravano perduta; e insieme congiunti coi Lucchesi muoverli contro Firenze, distruggervi la tirannide e restaurarvi la repubblica. Altre schiere della milizia dovevano correre sopra Pescia e Pistoia. Arezzo, Siena, Perugia, Bologna dovevano essere parte di questa lega veramente nazionale che assicurava la libertà a tutti gli antichi comuni. Erano scienti del gran disegno Piero Strozzi e il fratello, i quali avevano promesso grossa somma di pecunia, e la cooperazione di tutti gli esuli fiorentini, e massime del re di Francia che portava grandissimo affetto a Pietro e lo aveva novellamente insignito di onori militari. Pel prospero esito della impresa tidavansi in questo, che lo imperatore, intento a sostenere la tremenda guerra di religione che i principi e i popoli della Germania gli muovevano contro, non aveva tempo nè forze da immischiarsi in questo movimento tutto italiano. E bene pensavano; se non che gli Strozzi persuasero il Burlamacchi a indugiare. Intanto un traditore corse a rivelare la congiura a Cosimo; il quale, comunicata la cosa all'imperatore con quelle parole ch'egli reputò più opportune ad atterrire o insospettire l'animo di lui, lo mosse a dare ordine ai consigli di arrestare il Burlamacchi come ribelle. II magnanimo cittadino poco dopo, consigliante Cosimo de' Medici, fu dalle carceri di Lucca tradotto a quelle di Milano, dove miseramente fu posto alla tortura e fatto morire.
      Non molti anni dopo, il gonfaloniere Bernardino Martini riuscì a stabilire in Lucca incrollabilmente l'aristocrazia o più propriamente l'oligarchia. In sul finire del 1556 propose una legge che negli annali lucchesi serbò il nome di Martiniana, per virtù della quale ogni cittadino nato da padre forestiere o


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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