Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      abitatore del contado era in perpetuo escluso dai pubblici uf-lìcii. Con tale provvedimento il governo dello Stato riducevasi nelle mani di poche famiglie, e diventava loro diritto o privilegio ereditario. Il numero loro andò sempre scemando così che negli ultimi anni della repubblica in Lucca non si trovavano tanti individui dell'ordine privilegiato che fossero baste-voli ad occupare tutti gli uflìcii. Siffatto ordinamento era dai Fiorentini chiamato il governo del cerchiolino. Nulladimeno Lucca per due secoli e mezzo circa non fu turbata nè dall'oppresso popolo, nè dagli stranieri che la lasciarono tranquilla nella sua stessa oscurità fino al 1801. Allora avendo i Francesi invasa la Italia, l'aristocrazia di Lucca non potè scansare gli effetti della rivoluzione che aveva scossa tutta la Europa. Nel dicembre di quell'anno in Lucca fu istituito un governo rappresentativo che durò fino al giugno del 1805. I Lucchesi chiesero a Napoleone imperatore ed ottennero per sovrano un principe della sua famiglia. La sorella di lui Elisa fu investita del principato di Lucca, e i Lucchesi furono retti con leggi assai migliori delle così dette repubblicane. Nella restaurazione europea del 1815 l'antica repubblica lucchese non risorse come non risorsero nè anco quelle di Venezia e di Genova.
      LXV. Cosimo de'Medici con somma accortezza non manifestò le sue intenzioni, e nè anco fece sembiante di aggredire apertamente Siena. Cominciò bensì accrescendo l'anarchia cittadina che vi avevano lasciata le ultime guerre combattute dagli stranieri in Italia. Per la prevalenza delle armi spagnuole l'aristocrazia si mise ad opprimere gli altri ordini dei cittadini che secondo lo statuto avevano principalmente diritto a governare. Nel maggio del 1538 Alfonso Piccolomini, discendente da Pio II, era stato fatto capo della repubblica. Gli eccessi di lui e de' suoi e di un certo Giuliano Salvi che gli era precipuo consigliere e ministro, mossero i Sanesi a richiamarsene allo imperatore; al quale nel tempo stesso Cosimo rivelava che il Salvi aveva sottoscritto un trattato con il Signore di Montluc per consegnare ai Francesi un porto nel territorio di Siena. Per comandamento di Carlo i Sanesi videro comparire nella loro città il Gravella con la guardia tedesca al soldo di Cosimo. Diceva lo spagnuolo esserci venuto per riformare il


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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