Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NO.NO.
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      nuova ai Sanesi, faceva severamente guardare i confini de'suoi stati. Quando gli parve di trovarsi pronto a incominciare le ostilità, diede il supremo comando delle armi a un milanese chiamato Gian Giacomo Medici marchese di Marignano, uomo d'immane ferocia ed uno de'migliori capitani di Carlo V.
      LXVIII. Il marchese di Marignano che aveva raccolte tutte le sue forze a Poggilwnsi, terra posta sul confine fiorentino, partì lo esercito in più schiere con intendimento di invadere per ogni parte il territorio sanese : se non che i capitani a lui sottoposti non poterono eseguire gli ordini ricevuti per la copiosa pioggia che era improvvisamente caduta; ed egli che si era messo innanzi giunse a Siena e prese d'assalto la porta di Camullia, dove sorgeva la fortezza edificata dal Mendoza e poscia demolita dai Sanesi.
      Governava la città a nome del re di Francia il cardinale Ippolito d'Este. Viveva spensierato, e trovavasi in una festa allorché gli giunse la nuova che le armi di Cosimo de' Medici si erano impossessate del bastione di Camullia. Il Cardinale, che fino allora si era fidato alle assicurazioni di Cosimo, non voleva prestar fede alla cosa; ma vedendo tutto il popolo sanese corrrere impetuosamente a impedire che i nemici per quel facile accesso entrassero nella città, ne fu preso da tanto terrore che voleva fuggire, Poco dopo avendo saputo che il nemico era stato respinto, e Pietro Strozzi ritornato a Siena, si rifece d'animo e badò a porre la città in condizioni da potersi meglio difendere. Il marchese di Marignano prevedendo che ogni assalto contro la città sarebbe stato inutile non che imprudentissimo, e credendo che i Sanesi colti alla sprovvista non avessero potuto approvigionarsi in guisa da sostenere un assedio, pensò di bloccarli e guastare tutte le circostanti campagne ed espugnare le terre di quello Stato. E bene poteva farlo, perocché giunti a Siena i rinforzi promessi dal-Timperatore, lo esercito imperiale contava circa ventiquattromila fanti e mille cavalli. Il Marignano cominciò a ridurre alla sua obbedienza le popolazioni del contado. Primi a sperimentarne la crudeltà furono gli abitanti d'Aiuola, che rendendosi a discrezione furono quasi tutti impiccati. Questo orrendo macello non ispaventò le altre terre che si vollero mantenere


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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