Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NO.NO.
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      agli assediati di approvigionarsi e munirsi convenevolmente, fece divisamente di portare la guerra in Valdichiana. Ma venuto alle mani con l'inimico ebbe sinistra la fortuna ; la sua cavalleria si mise in fuga sul cominciare della pugna ; ed al prode uomo, perduta ogni speranza di vincere , altro non rimase che far caro costare agi' imperiali la vittoria. Le schiere rimastegli fedeli pugnarono valorosamente, il campo era coperto di morti: ma nella sconfitta di Lucignano era deciso irreparabilmente il fato della repubblica sanese.
      LXIX. I cittadini non per tanto non facevano pensiero di rendersi. La fame era divenuta oltremodo orribile; i racconti che ne fanno gli storici di que'tempi, che furono testimoni oculari, fanno raccapricciare. Quando Cosimo pensò che la pazienza più che umana degli assediati doveva essere agli estremi scrisse loro non essere suo intendimento distruggere la libertà di quella nobilissima repubblica; altro non volere se non che la ritornasse sotto la obbedienza dello imperatore, dal quale dava ferma promessa di far assicurare tutte le vetuste franchigie e consuetudini. Gì' infelici cittadini si arresero; molte cospicue famiglie esularono; la più parte si ridussero a Mon-talcino piccola città del contado seco recando il nome e le reliquie della repubblica, che l'animo loro ripugnava dal crederla morta per sempre. Il dì 21 aprile 1565 i Francesi uscirono da Siena e vi entrarono gì' imperiali. Cosimo non l'ebbe nelle mani se non due anni dopo dalla munificenza di Filippo II che, per l'abdicazione di Carlo V suo padre, era asceso sul trono di Spagna.
      Dalle devastazioni di cotesta iniquissima guerra, che disertarono quella nobile provincia, isterilirono quelle fertili campagne e resero più pestifero l'aere de' luoghi chiamati Maremme, Siena non si potè riavere mai più. Gli esuli fiorentini, non che tutti coloro che ne' loro cuori serbavano vivo ij desiderio di rivedere risorta la libertà, perderono ogni speranza e piegarono la fronte sotto la sferza della spietata fortuna.
      LXX. Genova si stava sicura dall'ambizione sì della Francia che dello impero, protetta come era dal suo gran cittadino Andrea Doria. Tutti erano rimasti soddisfatti della nuova riforma, che senza essere popolare ammetteva, più che innanzi,


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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