Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'435
STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
dai costumi spagnuoli. Contenta del fasto esteriore, poco curava la dignità dell'animo, e purché appagasse le proprie voglie, non temeva di affrontare il disonore e il delitto. Per lo ehe aveva preso il costume di tiranneggiare i popoli soggetti con que' modi medesimi onde gli Spagnuoli si erano resi esecrabili nella Lombardia e nel regno di Napoli e Sicilia. I popoli delle due riviere tentarono più volto di scuotere il giogo genovese, ma furono sempre ridotti all'obbedienza. La Corsica divenne così irrefrenata, che la repubblica, dopo molti anni di guerra senza alcun frutto sostenuta, reputò savio partito cederla alla Francia sotto la quale quell'isola è poi sempre rimasta.
Ma in tanta corruzione di grandi, in tanta sonnolenza di popolo, in tanta oscurità di esistenza, Genova destò l'ammirazione del mondo per un glorioso fatto in cui parve improvvisamente rivivere lo spirito dell' antica cittadinanza repubblicana. Mentre ferveva la guerra della successione alla corona d'Austria, i Genovesi eransi collegati coi Borboni contro Maria Teresa. Poiché le armi borboniche furono cacciate dalla Lombardia, gli Austriaci comparvero minacciosi dinanzi a Genova, e il senato vigliaccamente aprì loro le porte. I portamenti degli stranieri erano tali da stancare la pazienza d'un popolo del quale, veduta la viltà de'nobili, vivevano senza sospetto. Imposero nuove ed enormi gravezze, rapirono il danaro del banco e i tesori delle chiese, taglieggiavano i cittadini più ricchi ; e con l'artiglieria dell' arsenale volevano andare ad assaltare la Provenza. Nè di ciò furono contenti : per aggiungere al danno lo insulto comandarono che gli stessi Genovesi trascinassero i cannoni. Un soldato tedesco alzò la mazza minacciando un popolano perchè si affrettasse nel lavoro; il popolano gli diede d' un sasso nella testa; tutto il popolo insorse, e a furia di sassate cominciò a dare la caccia agli Austriaci mentre era più terribile la tempesta che dalle finestre e dai tetti uomini e donne scagliavano sui soldati, che privi di consiglio non sapendo come salvarsi, si lasciavano uccidere. Le strade in breve furono coperte di cadaveri; i superstiti uscirono dalla città fuggendo e lasciando nelle mani del popolo genovese vettovaglie, artiglieria e danari. Cosi il dì 5 dicembre 1746 negli
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