Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NONO.
      annali italiani rimase immortale insieme col nome di Balilla, che così chiamavasi il popolano il quale diede il segno della gloriosa strage. Nulladimeno il popolo che aveva così valorosamente e onoratamente operato, non migliorò le sue condizioni e tornò a sottoporsi all' aristocrazia che aveva agito con tanta infamia e disonore.
      Ma l'aristocrazia che non aveva saputo star salda ad urti più lievi non sostenne la scossa della rivoluzione francese. Con la finta maschera della neutralità cercò di barcamenarsi aiutata dal clero che seduceva la plebe e l'accaniva contro il vero popolo che s'era desto e chiedeva riforma democratica di governo. Difatti nella primavera del 1797 chiamò la infima plebe alle armi, e perseguitò gli amici della libertà. Ma questo trionfo fu breve imperciocché pochi giorni dopo Napoleone Buonaparte intervenendo a favore de' fautori della libertà, trasmutò la vecchia e tirannica repubblica genovese in repubblica Ligure, la cui costituzione ammetteva allo esercizio della sovranità tutti gli abitatori della Liguria. Siffatta costituzione, cinque anni dopo riformata, fu nel 1805 abolita allorché .lo antico territorio genovese divenne provincia della Francia.
      LXXV. Venezia anch' essa cadde distrutta dall' urto della, grande rivoluzione. Nel secolo decimosesto per la lotta sostenuta contro la lega di Cambrai era rimasta viva ma estremamente spossata ; e però quasi non si desse più il minimo pensiero dei gravi avvenimenti che seguivano in Italia, diffidando di tutti, sospettosa degli stessi suoi sudditi, schivò studiosamente ogni conflitto, lieta di poter mascherare la propria impotenza con l'apparente pretesto di far fronte ai Turchi che la stringevano. Ma pretesto non era, imperocché poco dopo dovè sostenere gravissime e lunghe guerre che pria le fecero perdere tutte le isole dell' Arcipelago poi quella di Cipro. Con due grosse monarchie ai fianchi le quali senza sotterfugii usurpavano impunemente a danno degli stati minori, Venezia pensò più presto collegarsi con l'Austria che lottare con essa.
      Dopo la celebre battaglia di Lepanto, a vincere la quale, i Veneziani tanto contribuirono, la repubblica non ebbe più timore delle armi ottomane, anzi serbando la speranza di poter riconquistare alla prima occasione le perdute provincie,
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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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