Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
e tutta la Morea; tali conquiste insieme con molte fortezze nella Dalmazia le furono solennemente assentite col trattato di Carlowitznel principio del 1699. Quindici anni dopo riperdè la Morea, e con la pace di Passarowitz fu tolto ogni seme di futura guerra tra Venezia e la Turchia. Da quel tempo s'inizia quella politica sonnolenta che rende onninamente sterili gli annali veneti del secolo decimottavo. Venezia non partecipò punto alle guerre della successione spagnuola, guerre ostinatamente combattute da quasi tutti i potentati per impedire che Luigi XIV togliesse ad ogni Stato la sua indipendenza e riducesse ad effetto il suo sogno della monarchia universale. Venezia decrepita, dimentica delle passate sue glorie, indifferente alle offese altrui, pareva intenta a prolungare la propria esistenza nella immobilità politica. Nel prevenire ogni disordine in casa propria seguitava la sua politica tradizionale : vigilanza continua, spionaggio, sospetto, pronta punizione, e ogni cosa ravvolta nel mistero e nel silenzio. Il popolo da secoli era intento alla sola prosperità materiale; e poiché vedeva il governo pesare più rigido e spietato contro i gentiluomini, erasi avvezzo ad amarlo, e non aveva nessuna cagione di tentare e né anche di desiderare un rivolgimento ; tanto più che non mai assuefatto al mestiere delle armi non sarebbe stato mai efficace strumento all' ambizione o alla patria carità di alcun capo, e nemmeno atto a difendersi da una straniera aggressione.
LXXVIII. Di ciò fu manifesta prova ciò che segui in Venezia allo scoppio della rivoluzione francese. Quando i potentati collegaronsi contro la Francia, i Veneziani che più d'ogni altro Stato dovevano temere il propagarsi della democrazia, ricusarono di entrare nella lega o di soccorrerla in qua] si fosse modo. Come si ruppe la guerra tra la Francia e l'Austria, e gli eserciti correvano ad incontrarsi su' piani lombardi, gli Austriaci attraversarono il territorio della repubblica , occuparono Peschiera e Verona, il Friuli, Palma-nova ed altri luoghi senza che il senato potesse impedirlo, e forse senza che né anco ne muovesse lamento. Allorquando poi Buonaparte dando la caccia agli Austriaci occupò quelle medesime provincie, e dovunque riformò il governo, il ve-
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