Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      pubblica e si era venuto esplicando, massime in Toscana, con una nuova civiltà che si sparse per tutto l'universo. In sul cadere del secolo decimottavo il portentoso movimento intellettuale della Francia aveva prodotto più salutari e feconde conseguenze in Italia. Quivi quasi tutti i governi de'varii stali seguendo il progresso, animosamente e con perseveranza predicato dai filosofi, mettevansi spontanei in una via che di certo avrebbe a lungo andare tramutato quegli stati cadaveri in esseri vivi. I dominatori di Napoli, di Toscana, di Lombardia, di Piemonte gareggiavano a curare le piaghe inflitte ai popoli dalle precedenti dominazioni. Se non che cotesta opera benefica venne interdetta a mezzo dalla Francia, dove la fazione del passato forsennatamente ostinavasi a infrenare il popolo fremente e anelante a più libero vivere, il popolo al quale gli scrittori, con unanime consentiménto e tale di cui non hanno esempio le antiche o le moderne storie, avevano spezzate le ignominiose catene. Quindi nasce il conflitto; il popolo a guisa di leone che si svegli, scuotesi terribilmente e in un solo atto rovescia il vetusto trono de' suoi re.
      11 rumore della terribile caduta rimbomba per tutta l'Europa e fa tentennare tutti i troni. 1 popoli in ogni paese civile si destano, e dibattendosi tuttavia fra le vecchie tenebre e la nuova luce, credono e sperano e desiano che la Europa decrepita abbia a ringiovanire. Tutti sentono avverarsi la virgiliana profezia; un nuovo ordine di cose è rinato.
      GÌ' Italiani che erano più propinqui al centro dell' azione, e che meglio d'ogni altro popolo per affinità d'indole e d'incivilimento erano meglio fatti per provarne gli effetti, sentirono ridestarsi in seno lo spirito dell'antica libertà. Tutta la penisola cedeva all'impulso vivificatore e in poco tempo democratizzavasi. Ma perchè troppi e troppo grandi erano i mali da chi per tanto tempo il popolo italiano era oppresso, e perchè il gran concetto non si era esplicato nella tèrra materna come sementa che si fecóndi, germogli e cresca rigogliosa; provarono gli affannosi disturbi della dissoluzione senza aver tempo di compiere il novello ordinamento, o di aprirsi da sè una via a fine di procedère speditamente. Agitata dal continuo rumore delle armi, dallo affaccendarsi


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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