Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NO.NO.
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      degl' ingegni, dalle trame della vecchia società che non voleva cedere il campo alla nuova, la Italia già vagheggiava come sicura la propria rigenerazione, allorquando di mezzo all' universale scompiglio rivoluziunnrio sorse un uomo che in prima pareva volesse secondare il correre degli eventi, e di fatti Io aveva secondato, sorse, io dicevo, un uomo, e a guisa di gigante stese la poderosa destra e signoreggiò e infrenò lo inebriato popolo. Napoleone Buonaparte inalzando un trono sopra quel mobile suolo e a dispetto di quello sostenen-dovisi, si mise a disfare ciò che la grande rivoluzione aveva già fatto; si prefìsse quindi lo scopo di ritogliere ai popoli italiani quella libertà eh' egli già ministro della rivoluzione aveva dato loro.
      Con lo impero nacque il regno d'Italia congiunto a quello. Le forme democratiche cedettero alla novella monarchia, la quale mentre aggravava sopra gì' Italiani un novello giogo di servitù, certamente loro faceva un bene, quello cioè di averli destati dal torpore, riavvezzi alle rivoluzioni, e addestrati alle armi; e però gl'Italiani, comecché combattessero le guerre di Napoleone Buonaparte e non quelle della patria loro, lasciarono dovunque non peritura la memoria del loro valore. Il sogno che aveva fatto rovinare più di un sovrano antico e moderno, il sogno, io dico, della monarchia universale rovesciò dal trono anco Napoleone, che già dai popoli oppressi e dai re prostrati e tremanti ai suoi piedi era stato salutato Dio delle Vittorie.
      LXXX. Alla gran caduta, della quale rimase sbalordito tutto il mondo, la Italia fu rimessa in più strette catene. 1 nuovi padroni sperarono di poterla riad tormentare cullandola con liete promesse o atterrandola con minaccie, vigili sempre e intenti a estirpare fino dalle radici ciò che essi chiamavano mala pianta. Ma lo immortale spirito della libertà era già diffuso per tutta la penisola, e animava i cuori di tutti; onde seguiva che a quando a quando il popolo in ogni più lieve occasione si mostrasse prontissimo a muoversi. Gli uomini politici che si vantavano cresciuti fra le avversità e educati alla scuola della esperienza, ebbero nelle mani la più bella occasione di rifare la Europa e riordinarla in modo da potere rendere meno


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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