Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NO.NO.
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      essendovi altro rimedio, si stettero ad aspettare, finché trova-ronsi privi di consiglio, e cessero al torrente che sprovveduti impetuosamente li colse.
      Allorquando in sul cominciare del 1848 la Sicilia inalzò il vessillo della insurrezione, Italia tutta quanta si scosse e levò unanime il grido di libertà, i popoli non gridavano ferro e fuoco, ma con la parola di pace e concordia sulle labbra, non reputando necessario dovere correre alle armi, salutavano il comune riscatto come dopo tanti secoli mandato loro dal cielo. I cittadini si davano il bacio fraterno, gli odii spengevansi, i principi venivano salutati riformatori; i poeti, in quella ineffabile gioja del popolo diventato una sola famiglia, vedevano il ritorno del regno di Saturno, o per lasciare da parte la immagine pagana, celebravano il misterioso compimento della libertà evangelica. Fra tanta universale ebbrezza di animi, la voce di quei pochi che tenaci nel vero culto della italianità, perché educati ai severi ammonimenti della patria storia rimanevano freddi e impassibili, era derisa come importuna; e la Italia improvvida del domani, sfrenavasi a nuove illusioni credendo di celebrare le feste della sua politica resurrezione. E gli atterriti dominatori, simulando anch'essi di cedere al correre degli eventi, apparecchiavansi in secreto per riafferrare il perduto freno e stringerlo sì che loro non fuggisse mai più di mano. I casi della guerra che ne seguì, casi che gli osservatori della corteccia delle cose chiamano luttuosissimi, ma che i savii reputano lieti e benefici perchè distrussero forse per sempre una larva infausta alla umanità redenta da Cristo, e resero impossibile il risorgere delle funeste illusioni, sono noti a ciascuno e non è mestieri parlarne altrimenti. I dominatori rincuorati ma più che innanzi improvvidi e dementi si risero della popolare frenesia ; ma un fatto solo fu quello che gli sbalordì, ruppe loro la bussola, e gli gettò in un oceano senza confini, nel quale o un giorno o l'altro convien loro affogare. Allorquando suonò la tromba di guerra, e la Italia chiamò all'armi i suoi figli, da ogni provincia, da ogni terra, da ogni angolo, fino dalle remote isole la italica gioventù corse animosa a combattere per la liberazione della, patria. E fu il primo fatto veramente nazionale, fatto grandissimo che vince d'assai la famaStoria dei Comuni italiani. — 2. 43


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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