Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
STATUTO DELL' ARTE DI CALIMALA.
'249
LXVII.
Che i compagni, fattori, e discepoli non possano fare fuori di Firenze altri fatti che della compagnia sua.
Per ciņ spesse volte i compagni, fattori, e discepoli i quali dimorano in diverse parti fuori di Firenze per fare e per procurare i fatti delle sue compagnie e di colui, over di coloro per li quali e alle cui spese sono mandati, e stanno, fanno, e apprendono di fare de' fatti di loro amici e d'altre persone segretamente e sanza volontą de' suoi compagni e maestri (la qual cosa non če sanza impedimento de' fatti de'compagni della sua compagnia) statuto č che i detti compagni, fattori, e discepoli di fuori di Firenze e nella cittade e contado di Firenze dimoranti, non possano nč debbiano fare fatti d'alcuna compagnia , overo persona, o suoi propii, se non i fatti di colui e di coloro che '1 mandarono e per cui dimora, sanza licenza de'suoi compagni e di chi il mandņ. E chi contra facesse, sia condannato per li Consoli, a richiesta de' suoi compagni, overo di chi '1 mandņ, in livre cento a fiorini per ciascuno e quante volte. E ciņ che di ciņ guadagnasse cotale compagno, fattore, o discepolo facendo i fatti altrui o suoi contra questo capitolo, sia tutto e pervenga alla compagnia, overo persona della quale dee fare i fatti suoi. E che i compagni e maestri, overo altri qualunque che cotale compagno, fattore, o discepolo avessono mandato o per cui dimorasse, non possano essere convenuti nč siano tenuti di rispondere ad alcuno in alcuna cosa per alcun fatto che cotale compagno, fattore overo discepolo fatto avesse per altra compagnia o persona o per se medesimo sanza licenza. E cotale compagno, fattore, e discepolo sia tenuto la sua compagnia e compagni e maestri per cui dimora" conservare di ciņ sanza
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