Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
260 STATUTO DELL' ARTE DI CALIMALA.
uso di mercatanti, alcuna cosa facesse, prestasse, overo in alcuno modo credesse d'alcuna mercanzia o cosa della sua compagnia o maestro, e di ciò n' avvenisse alla detta compagnia o maestri alcuno danno, che cotali compagni o maestri possano ponere e fare ponere alla ragione di colui, per cui il danno è ricevuto, quello cotale danno, quantunque .cotale compagno, fattore, o discepolo avesse fine da'suoi compagni o maestri delle cose fatte fuori di Firenze: e delle dette cose possano i Consoli cognoscere sommariamente non ostante la detta fine fatta delle cose fatte fuori di Firenze.
LXXV.
Che ninno compagno o discepolo tolga moglie fuor di Firenze.
Proveduto e ordinato è che neuno compagno, fattore, overo discepolo d'alcuna compagnia o mercatante dell' Arte di Calimala di Firenze, il quale dimorasse o mandato fosse fuori di Firenze per fatto della sua compagnia overo de'suoi maestri o maestro, ardisca overo presumi fuori della città o del distretto di Firenze pigliare moglie senza licenzia e volontà de' compagni o maestri suoi o d' alcuno di loro, se prima e anzi che moglie prenda, non torna a Firenze e renda piena ragione a' suoi compagni e maestri e partasi da loro espressamente, da tutte le mercanzie della detta Arte. E se alcuno contratto farà, sia divietato, e divietisi dall' Arte predetta ; e a dinunziagione de' suoi compagni o maestri, sicché neuno l'ardisca a tenere seco per compagno, fattore o discepolo, a pena di lib. cinquecento di piccioli pagare all' Arte. E i consoli, li quali saranno per li tempi, procurino si che cotale compagno, fattore o discepolo che contra la detta forma pigliasse moglie, sia pronunziato cessante e fuggitivo, e sia in bando del Comune di
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