Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      267 STATUTO DELL' ARTE DI CALIMALA.
      lunque ragione di successione, overo suo compagno, sia e possa e debbia essere costretto con effetto per li Consoli di Calimala, si egli come suo reda o successore in qualunque modo overo compagno o reda del compagno in persona e in avere, a stare ed a rispondere a ragione sotto i detti Consoli e Arte, a volontà d'essi Consoli, e come fanno comunemente gli uomini della detta Arte, e che la detta Arte, fanno, non ostante alcuna legge o eccezione, e massimamente eh' egli non sia stato della giurisdizione de'Consoli della detta Arte, o che nel piato mosso non fosse; con ciò sia cosa ch'esso o i suoi antecessori e discendenti per qualunque linea apparissero, come detto è, essere o essere suti o avere risposto sotto i detti Consoli e Arte o a quella Arte al presente o per addietro si trovassono, o trovare si potessero esser tenuti; overo certo sia a'detti Consoli, o iscritti si trovassero nella matricola della detta Arte. ' E questo capitolo si stenda e luogo abbia alla cosa passata e a quelle che verranno e alle liti pendenti; salvo che chi hae rinunziato all'Arte dinanzi a' Consoli per carta publica non possa essere costretto per li Consoli nè dinanzi a loro convenuto di quelle cose ch'avesse fatte dipo'il dì della sua rinunziagione. Veramente se alcuno che avesse parte in alcuna compagnia della detta Arte hae rinunziato overo rinunziasse, da qui inanzi cotale rinunziagione non vaglia e non si accetti per li Consoli , se non mostra per piuvica carta di partigione come egli sia partito di quella compagnia ; la quale rinunziagione e carta di partigione i Consoli siano tenuti di fare piuvi-care per l'Arte per lo messo o messi dell'Arte, quello die o il seguente prossimo che sarà fatta e mostrata. E niente meno quelli cotali e ciascuni altri che rinunzieranno
      1 « E le dette cose abbiano luogo ne' predetti, » quali fossono richiesti o molestati per cagioni de'delti beni, ne' quali fossero succeduti e in fine alla quantità che a lui fosse pervenuta, e non altrimenti » Postilla in margino scritta da Francesco da Empoli il di C maggio 1556.


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Storia dei comuni italiani
Volume Terzo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 566

   

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