Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
Per rendere più compiuta la pubblicazione dello Statuto di Calimala, e per appagare viemaggiormente il desiderio di chi si occupa in ispecie di tali studii, al codice primo che ho fedelmente pubblicato per intero, farò seguire l'indice delle rubriche del secondo codice e parecchie delle precipue riforme fatte in tempi diversi. 11 pubblicarle tutte, come avrei voluto, mi avrebbe costretto a travarcare i confini di questa Appendice, la quale spero arricchire di altri pregevolissimi documenti. Nondimeno debbo credere che gli uomini di senno — non i saccentelli, o quella orgogliosissima specie di bestie da soma, che armeggia fra i polverosi scaffali delle biblioteche — reputeranno che il documento da me pubblicato schietto, senza impostura di annotazioni o di stramberie filologiche, basti a fare loro intendere quale era l'ordinamento politico di una delle Arti Maggiori del Comune fiorentino, e dar loro un'idea delle altre, poiché gli Statuti di ciascuna da' rappresentanti di tutte erano posti in vicendevole armonia :
Libro I. Della fede cattolica. — Di non dire villania di Dio o di Santi. Della limosina che si fa per l'Arte di Calimala. — Di guardare le feste. —Che i fondachi e botteghe di questa Arte si chiudino quando alcuno dell'Arte morisse. — De'Consigli dell'Arte di Calimala. — Di specificare nel Consiglio di che i Consoli addomandano assoluzione. — Che proposta perduta in Consiglio non si rimetta, e che niuno sia in Consiglio dove si tratti de'suoi fatti. — Che imposta nè prestanza non si faccia nell'Arte. — Della chiamata de'Consoli e del Camarlingo dell'Arte. — Del giù-
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