Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      PROCESSO 1)1 FRATE GIROLAMO SAVONAROLA. 507
      et questo perchè messer Ercole m'era affezionato per mezzo di fra Niccolò da Milano, che già fu cancelliere di detto messer Ercole, e anche sapevo che gli era affezionato a Francesco Valori, e etiam feci qualche opera con Francesco perchè non lo facessi cassare. E in questo modo avendo le genti d' arnie amiche, rimanevono li amici mia più forti, e il governo di dentro e di fuori andava a lor modo, e in ogni cosa fussi occorsa nella terra si potevono meglio difendere : e a questo senso lo facevo.
      Il conte Cliecco da Montedoglio mi mandò già un suo cancelliere pregandomi li fussi favorevole alla restituzione delle sue terre; e io li risposi che non era tempo a muover tal causa per non dare materia alli altri popoli di tentare simili cose, e lui pure facendo grande istanza, ne feci dire alla Signoria e a' Dieci qualche parola, ma pure freddamente, perchè come ho detto, non parea fossi da fare in quel tempo, e quando avessi veduto il tempo, l'arei per farmelo amico e benevolo.
      Messer Agamenon Mariscotti da Bologna Potestà passato e stato anticamente nostro familiare, e però pregai Jacopo Salviati che era elezionario, che lo eleggi, e così fu fatto Potestà: e questo feci si per avere il favore suo, si per volerli bene, che parea fussi a proposito all' opera mia: cosi ebbi grato questo Potestà che è al presente per essere padre del vicario dell' Arcivescovo di Firenze, il quale è nostro amico grandissimo, benché di questo non feci opera alcuna.
      Marcuccio Salviati mi fu menato da fra Roberto suo fratello, innanzi al caso del fuoco circa a sei dì, perchè io lo confortassi a ben vivere ; e così feci e ebbilo caro per averlo amico, e lui mi fece molte prolerte innanzi si partissi, dicendo : io metterò la vita per voi.
      Giovan della Pecchia intesi da fra Cosimo Tornabuoni che era nostro amico, il che ebbi caro ma non li parlai mai.


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Storia dei comuni italiani
Volume Terzo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 566

   

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