Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      PROCESSO 1)1 FRATE GIROLAMO SAVONAROLA. 507
      Il signore di Faenza che regge mi si mandò a raccomandare per uscire della servitù de'Viniziani, e questo fu per un frate dell' ordine nostro e della congregazione di Lombardia osservante, che si chiama fra Marco da Blane-rate Mandato a parlare di questo a Francesco Valori, e' fulli risposto da lui e dai Dieci che non Io potevono aiutare per ora.
      Al Duca di Ferrara ho ancora scritto e al Duca di Milano circa il ben vivere, non per cose di Stato.
      Circa il fare delle condotte non me ne sono impacciato se non con raccomandare leggermente alcuni, come è un figliuolo di messer Niccolò da Esti da Ferrara, e un altro Cristofano da Gonzaga, e uno de'Rangoni da Modena, e alcuni altri che io non conobbi, i quali raccomandai a Francesco Valori, a Domenico Mazzinghi e a altri de'Dieci, pure leggermente dicendo: 11 tale vorrebbe esser condotto, fate voi.
      Circa la guardia della piazza, chi fussino i capi di essa guardia io noi sapevo, è ben vero che io confortai in pergamo che la detta guardia si conducessi, non mi ricordo già se ne parlai con particulari cittadini ; ma Francesco Valori, da poi che 1' ebbi mossa, me ne lodò a bocca e confortonimi che io la seguitassi tanto si facessi. Stimo ancora mei mandassi a dire per Andrea Cambini. La cagione di questa guardia fu per sicurtà nostra, e perchè questi contrarli a noi slessino sotto e non avessino ardire di fare qualche insulto, come temevamo.
      Circa di non obedire il Papa, e non andare a Roma, dico procedè per timore di non esser morto per la via o a Roma, come era da Piero de'Medici, o dalla lega per essere io contro al proposito loro.
      Circa alla scomunica dico che benché a molti paressi che la fussi nulla, nientedimeno io credevo che ella fussi vera e da osservarla, e osservala un pezzo ; ma poi paren-
      Sloria dei Comuni ilal__3. (Documenti.) h l


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Storia dei comuni italiani
Volume Terzo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 566

   

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