Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
PROCESSO 1)1 FRATE GIROLAMO SAVONAROLA. 507
mi voleva fare male; il che presunsi fussi d' Jacopo de' Nerli: non son certo se dipoi dissi aver avuto per revela-zione, ma credo lo dicessi.
Il simile dico di quelli segreti ch'io dicevo d'uno sapere che si voleva fare grande, i quali dicevo da me per ispaurirlo.
Circa a quelli ch'io dissi non volevo si riavessi Pisa, e quell' altra predica nella quale io narrai che ci erano tanti peggiori, dico che io non seppi mai cosa ninna certo o particulare, ma lo dissi perchè stimavo cosi, e per fare che, se v* era alcuno che '1 facessi, si ritirassi indrieto, e darli spavento, e a me atribuire reputazione.
Circa la chiavetta.e cassetta , di che ho fatto tante volte menzione, e che io ho detto apartenere alla chiesa, l'ho fatto per dare terrore e minacciare, e per far tenere adrieto le mani a chi mi voleva far male, e in fine sono state parole, ma altro particulare secreto orevelazione non v'era dentro.
La predica che io feci 1' ottava della Donna 1495. quando mostrai di essere ito in paradiso, la feci per attribuirmi reputazione e gloria, e fu una invenzione che io feci standomi nella libreria greca di San Marco, non che in fatto la fussi come la dissi e come m'ingegnai persuaderla al popolo.
Dalla Congregazione di Lombardia mi separai per restare libero e fare a mio modo. I cani in catena e le galline che piglierieno le vulpi che io predicai in pergamo , furono tutte cose trovate da me per darmi reputazione e inanimire i mia e sbigottire li avversari.
Quando in pergamo dicevo alle volte, al proposito di chi mi avessi voluto ammazzare : Io ti veggo, io ti veggo e tu vedi me — voltandomi verso le donne, perchè non si potessi dire : E dice per il tale — lo dicevo tutto a mio proposito per sbigottire chi l'avessi voluto fare, e per darmi reputazione, e non che io ne sapessi altro.
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