Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      processo 1)1 frate girolamo savonarola. 507
      sto è che di rado io ne 'ntendevo qualcuno da fra Salvestro, ma non vi attendevo, non mi curavo di questi particolari : perchè quando altrimenti avessi fatto, non si sarebbe concordato con la opinione che io cercavo si avessi di me, massime che io reputavo che quelli che si coprivono sotto il. mio mantello, attendessino loro a cose simili, e io mi stavo in sul generale, rimettendomi a loro del particulare.
      L' ardere delle soscrizione fatte per Roma, che io dissi aver disegnato di fare, fu perchè ci pareva che ne dessi troppo grande carico.
      La predica che io feci il di della Ascensione passata, nella quale segui quel tumulto, dico che io volsi predicare a ogni modo per non cedere ; et tutto fu per mia caparbietà e suttile superbia, parendomi che cedendo io ne ricevessi vergogna, et benché io sentissi il romore che se ne faceva, stimavo fussero minacce. Messer Domenico Bonsi, Tommaso Soderini e Tommaso Capponi mi confortorno a non predicare, e Tommaso Soderini mi sollecitò allora del miracolo. Francesco Valori lo pinse innanzi e me ne persuase ; ma quando mai non me n' avesse detto cosa alcuna, medesimamente avrei predicato per le ragioni sopradette.
      In corte di Roma aveva pochi amici e vi tenevo poche pratiche, e di quelle vi tenevo, me ne riposavo sopra ser Alessandro Bracci, il quale scriveva poi qui a ser Bastiano suo genero, dipoi tutto mi riferiva, come ho altra volta detto.
      Quando io dicevo più anni fa nelle mia predicazioni Gladius domini super terram cito et velociter, lo dicevo sotto la generalità de' flagelli, eh' io reputo debbino venire alla Chiesa e all'Italia per l'ordine delle scritture sacre, e non per rivelazione come altre volte ho detto; e così non intendevo allora per la passata del Be di Francia in Italia, della quale non sapevo altro , massime per revelazione. Ma essendo poi venuto il Re di Francia , ed essendomi ito


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Storia dei comuni italiani
Volume Terzo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 566

   

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