Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
processo 1)1 FRATE girolamo savonarola. 507
tavano che non venivono a riferirlo a me, perchè non mi potevono parlare.
A dì 23 Aprile 1498 da sera.
Di nuovo dico, che il mio disegno era di regnare in Firenze per aiutarmi poi col mezzo de'Fiorentini per tutta l'Italia, e volevo che la parte che si diceva mia de'cittadini di Firenze, soggiogassi 1' altra parte col favore del consiglio però , e col gastigare i detti dell' altra parte quando avessero errato.
Di far questo con 1' arme non l'avevo anco pensato, ma quando fussi bisognato, mi vi serei volto. E ben vero eh' io avevo caro che i mia stessino preparati con l'arme e raccolti insieme, acciocché quando fussi venuto il bisogno , non avessino avuto a prepararsi, e avessino possuto di subito rispondere ogni volta che gli altri si fussero mossi ma che i mia si movessero nò, se non erano provocati; e avevo disegnato che Francesco Valori fussi il capo e il primo di tutti, e gli altri andassero a casa sua, e però cercavo unirli tutti a lui, in fine pigliate tutte le parole che io dicevo in pergamo di pigliar 1' arme e farlo a ferri puliti, o altra cosa simile, tendevano a questo fine d'inanimirei nostri per far forte e gagliarda la parte di quelli che si dicevano mia, e che in ogni evento ella restasse superiore all' altra.
Della scomunica del generale del nostro ordine della quale io sono domandato s'io 1' ebbi, e perchè io non la publicai e non osservai : dico esser vero che io l'ebbi, e non la publicai; ma dopo fu stampata e publicata, e io non l'osservai scusandomene che non osservavo quella del Papa raoltomeno dovevo osservare quella del generale.
Della polizza che fu appiccata al pergamo in S. Reparata di febbraio prossimo che diceva : Ego autem constitutus
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