Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      processo 1)1 frate girolamo savonarola. 507
      sioni di fra Salvestro, perchè non era cosa che a Firenze che per altri mezzi non avesse potuto sapere. Domandato in che modo, rispose: da cittadini medesimi e da fra Salvestro, il quale praticava molto co'cittadini : e per mezzo di essi senza le confessioni le potea sapere. Oltre a questo disse che non si saria fidato di fra Salvestro in simili cose nè di fra Domenico perchè non lo scoprissino , massime fra Salvestro, per essere lui molto largo e lo avea per uomo inconsiderato e per non così buono, fra Domenico lo avea per buono e sincero, e disse: io ero il più tristo di loro; per la mia sottile superbia e vanagloria volevo esser tenuto e reputato profeta e uomo santo : e non mi confessavo di questo peccato per non mi scoprire ; nientedimeno che io sapevo che facevo male e che erravo.
      Dipoi il detto messer Francesco li fece leggere una inquisizione formatali contro ove erano più capitoli , e capitolo per capitolo lo interrogò se era vero quello, che in detti capitoli si narrava.
      11 primo che nelle sue prediche avea recitato parole contumeliose e vituperose contro al Papa e' la sede apostolica , e che tendevano a eresia : rispose che nelle prediche non avea mai nominato il papa ; ma avea bene usate tali circostanze che era potuto intendere eh' e' diceva' del papa e ancora in secreto con qualcuno avea usalo simili parole ma non in prediche.
      . 11 secondo di non avere osservato la scomunica, disse esser vero.
      Il terzo che lui e-fra Salveslro e fra Domenico si rivelavano le confessioni l'uno coll'altro, rispose clleluinon confessava, e non confessando non revelava ; ma che è ben vero che qualche volta' lui stuzzicava fra Salvestro per intendere da lui i segreti di casi occorrenti ; ma non li disse mai rivelatemi confessioni, perchè non si voleva scoprire.
      11 quarto di aver detto di avere avuto visione di Dio


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Storia dei comuni italiani
Volume Terzo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 566

   

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