Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      502 PROCESSO di FRATE GIROLAMO SAVONAROLA.
      tutto quello avea detto ieri che l'avea scritto il cancelliere di messer Francesco Romolino.
      Ego. f. Hieronymus de Ferrara etc.
      Di nuovo essendo domandato dal sopradetto messer Francesco di alcune cose minori e non le confessando , rispose queste parole: Io ho dato un milione di ducati, credete che io non terrei ora un ducato , sarei pazzo.
      Domandato se avea detto mai che Cristo fussi stato uomo come li altri, e chea lui sarebbe bastato l'animo di fare il simile, rispose: questa cosa saria da matti. Fu una cosa mi oppose il Ponzo ; io volevo esser tenuto profeta , santo e savio; non crediate che io avessi detto una cosa simile, che era contraria a questo mio intento. E perchè di queste parole se ne allegava messer Piero Beccanugi disse non se gliene poteva prestare fede perchè gli era contrario e avversario.
      Domandato di quelle parole ebbe già a dire di Maometto, disse che fu uomo grosso , e che a lui saria bastato l'animo quando avessi voluto ingannare, di fare una cosa più simile alle cose di Dio e averla condotta meglio che non fece Maometto. Questo dice che lo disse già in pergamo, e la legge di Maometto fu legge bestiale.
      Domandato che pratiche avea già avute di donne, e quello avea avuto da loro per via di revelazione, disse che nel principio quando cominciò a affermare queste sua cose parlò a donne e da loro ebbe delle cose , le quali poi predicava sotto nome di revelazioni per suo cervello ; ma in questo ultimo non ha parlato loro : perchè avea questo rispetto in questo ultimo che non voleva che donne si po-tessino vantare di avergnene dette. Le donne delle quali ebbe di dette cose sono m.a Vaggia Bisdomini, m.a Cam-milla Rucellai m.a Bartolommea Gianfigliazzi, la quale


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Storia dei comuni italiani
Volume Terzo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 566

   

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