Firenze vecchia di Giuseppe Conti
La festa della libertà e i f rutti dell'albero 25
Cosicché il 13 maggio, il Cellesi « segretario della giurisdizione » mandò fuori un editto per raccogliere gli argenti e gli ori superflui nei luoghi destinati al culto, poiché anche « l'antico governo aveva dato l'esempio d'una raccolta d'argenteria superflua. » Gli oggetti da consegnarsi dovevano esser portati entro tre giorni alla Zecca di Firenze, per farne tanta moneta.
Questa misura colpiva anche le sinagoghe e le chiese di altro rito, eccettuati soltanto gli spedali.
Si concedeva per uso ecclesiastico ad ogni chiesa, monastero, convento o luogo pio, un ostensorio, purché non ne avessero un altro di metallo!; i calici e le pissidi non aventi che la sola coppa d'argento, e se in qualche chiesa fossero tutti d'argento, se ne lasciassero il minor numero possibile per l'uso di essa. Eran pure esclusi dalla consegna « i piccoli vasi da olio santo e da crisma, » gli ornati uniti alle immagini o ad altri lavori che non potessero levarsi senza «deturpare l'opera:» che, del resto, avrebbero dovuto portare alla Zecca anche quelli. Ma ciò che non veniva escluso, erano « gli ornati, benché di sfoglia, di quelli arredi di chiesa, che si riservano per le pompe e funzioni straordinarie. »
Al governo francese piaceva la semplicità, specialmente nelle tasche dei cittadini! E mentre protestava una gran devozione per le reliquie dei santi, ingiungeva a tutte le chiese che ne possedevano, di levarle con la dovuta riverenza dai reliquiari, tenersi le reliquie, e i reliquiari, se fossero stati d'argento, mandarli alla Zecca. Anche negli atti della religione, la repubblica amava la semplicità!
Nelle cattedrali poi, e nelle abbazie, non era permesso che un pastorale solo, e ciò che era strettamente necessario nei pontificali. Se in qualche chiesa vi fossero oggetti d'argento reputati opere d'arte, meritevoli d'esser conservati, il rettore doveva farne rapporto, probabilmente per mandarli a conservare a Parigi, come avvenne dei molti quadri, dei cammei, e degli oggetti in pietra dura delle gallerie.
Finalmente si ordinava senza tanti preamboli, a tutti coloro
| |
Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
|
Pagina (29/706)
|
Cellesi Zecca Firenze Zecca Zecca Parigi
|