Firenze vecchia di Giuseppe Conti
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Firenze 1 ''ceciliaVi furon poi il palio dei barberi, il corso delle carrozze e la corsa dei cocchi, con Te Dami, fuochi e luminarie, tanto per far vedere che è proprio vero che « chi muore
giace e chi vive si dà pace. »
La regina fu molto biasimata per avere sospeso il lutto, onde sfoggiare vesti ricchissime in quelle feste; ma essa ne fece pronta ammenda, riprendendo il lutto appena terminate : e per dar sempre più nel genio ai parrucconi che l'attorniavano, e fare impressione sul clero e su tutti gli abatucoli mondani e i farisei che bazzicavano a corte, si recò, a guisa di volontaria espiazione, a visitare il monastero di Vallom-brosa, l'eremo di Camaldoli e il sacro monte della Verna, conducendo seco il conte Salvatico, il bali Antinori, la duchessa Strozzi e la contessa Arrighetti.
Quest'atto della sovrana reggente intenerì i cuori di tutti i bigotti, che la sfruttavano con la scusa della religione e con l'orpello della virtù. Essi portavano ai sette cieli la mortificazione che AI ari a Luisa si era imposta recandosi in quei monasteri di frati, e di volere essa degnarsi di prender parte a tutte le loro funzioni e intervenire a coro, anche nelle ore di notte, sedendo accanto al padre provinciale!... E spinse la sua umiltà, poveretta, fino a volere abitare, tanto a Vallom-brosa, che a Camaldoli e alla Verna, nello stesso quartiere del padre abate. I ant'ò vero, che alla Verna c'è sempre una cel-letta e un'altra stanza dette « il quartiere della regina. » Desiderava proprio di levarsi la voglia della vita fratesca!... Perfino alla sua mensa volle che si assidessero il guardiano, il provinciale e il padre abate. E perchè questa mortificazione
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (68/706)
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Te Dami Vallom-brosa Camaldoli Verna Salvatico Antinori Strozzi Arrighetti Luisa Vallom-brosa Camaldoli Verna Verna
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