Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Firenze Vece/ziaPovere menti che tanto faticarono, povere vite spente sui patiboli o nelle galere, quanto diversa doveva esser la riconoscenza e la reverente memoria dei posteri!
      Ala non ci confondiamo. La Toscana, dunque, viveva come in una specie di blandizia dell'anima; e mirava indifferente
      10 sforzo dei liberali, che cozzavano contro la tirannia di principi e di ministri codardi. L'indifferenza però nasceva dalla poca fiducia nella buona riuscita della causa, essendo i fiorentini ammaestrati da un duro passato, a non partecipare alle illusioni dei pochi liberali delle altre provincie d'Italia.
      Quello che poteva fare Firenze, e lo fece con slancio sincero di vero patriottismo, fu di accogliere g'ii esuli di altre città e difenderli; coadiuvati in ciò anche dalla clemenza del Granduca, presso il quale si ritiravano altresì i principi degli .Stati dove non si sentivano tanto sicuri, e qui trovavano asilo, e non avevan da temere le molestie dei carbonari e dei frammassoni, che alla lor volta trovando in Firenze onesto rifugio alle persecuzioni, erano esuli al pari dei sovrani contro i quali nei propri paesi cospiravano.
      Un avvenimento quasi inaspettato, che dette per qualche giorno un po' più di vita a Firenze, fu l'arrivo dell'imperatore Francesco d'Austria, fratello del granduca Ferdinando III,
      11 quale, con la scusa di riveder lui, e di jjrendersi un po'di svago, venne a fiutare che vento spirava in Italia riguardo appunto al segreto lavorìo della frammassoneria e della carboneria.
      Il Magistrato Civico saputa questa notizia, stabilì di solennizzare con pubbliche feste tale avvenimento ; e la I. e R. Segreteria di Finanze nel dì 22 febbraio 1819 partecipò alla Comunità che S. A. il quale aveva accolta « con vera bontà e compiacenza la deliberazione del Magistrato per mezzo della quale si offrivano delle feste civiche nel fausto avvenimento della venuta in Firenze di S. M. l'Imperatore d'Austria, Re d'Ungheria e di Boemia, si degnò di approvare in genere il progetto delle medesime statole presentato. »
      Ferdinando Ili non appena ebbe l'annunzio del prossimo


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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