Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      14-0 Firenze J'ceciliaeli stancare i ribelli. Ala i ribelli raddoppiarono a vista; il popolo, i vescovi e le autorità, giuravano al nuovo grido di « Viva Dio, re, costituzione. » Ferdinando IV incaricò allora il generale Carascosa di porre un argine alla rivolta. Ala, al solito, temendo i ministri della fedeltà di lui, come murat-tiano, sebbene fosse il solo che godesse la simpatia e la stima dell' esercito, ricorsero allo stolto e g-esuitico espediente di dargli ogni facoltà senza soldati. Quando poi il 4 di luglio gli diedero come irrisione seicento uomini, fu troppo tardi, nonostante che grosse schiere fossero affidate al general Nunziante a Nocera.
      Intanto il governo procedeva a tentoni, senza .saper che pesci pigliare. Onde veduta questa paura e questo disordine, i soldati che ormai eran desiderosi di nuovi eventi, scossero il giogo ; ed un reggimento di cavalleria del general Nunziante in presenza delle altre truppe, a stendardo spiegato, il 5 di luglio impunemente disertò da Nocera. Bastò l'esempio. Subito dopo un battaglione della Guardia reale dichiarò di non voler combattere i ribelli, ed un altro battaglione di fanteria a Castellamare tumultuò addirittura.
      Tutte le provincie essendosi sollevate, fu necessario di fare spiare le truppe, si raddoppiò la guardia al palazzo reale, e pattuglie di soldati perlustravan la città.
      11 general Nunziante vista la marina torba scrisse al re esponendogli « l'animo avverso delle sue schiere » e concludeva: « Sire, la costituzione è desiderio universale del vostro popolo, il nostro opporre sarà vano; io prego V. AI. di concederla. »
      Come tutti coloro che vogliono dissimularsi i pericoli e che danno soltanto ascolto a chi brucia loro l'incenso sotto il naso, persuasi eli lasciarsi illudere perchè possa servir ciò di ripiego alla loro cecità, il re rimase sbigottito leggendo le parole del Nunziante del quale però non dubitava.
      Alentre egli ed i suoi barcollanti ministri aspettavano ansiosi la mattina del 6, « ultimo tempo prefisso alle trame o al combattere » nuove sventure accaddero con la fuga del generale Guglielmo Pepe: il quale, sapendo d'esser tenuto d'occhio,


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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