Firenze vecchia di Giuseppe Conti
La malattia di Ferdinando III
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Per conseguenza il 12 aprile 1821 il Gonfaloniere partecipò al Magistrato la rappresentanza da lui fatta al Provveditore della Camera delle Comunità relativa ai danni e guasti arrecati dalle truppe austriache ai locali destinati per il loro accasermamento ; e veduta la relazione degli ingegneri che verificarono i danni stessi arrecati a diversi conventi e ad Andrea Lottini « per la devastazione delle piante nei terreni racchiusi fra i chiostri del convento di Santa Croce » fu stabilita la somma di L. 1896 da pagarsi ai superiori dei respettivi conventi e al Lottini per riparare ai guasti accaduti ed indennizzare il Lottini della perdita delle piante. Le spese poi che occorsero per il solo accasermamento delle truppe austriache ascesero a L. 19,528.15.
La prima volta che il Granduca uscì dal suo quartiere fu la domenica delle Palme. Egli senza invito alla corte, attesa la sua convalescenza, assistè alle funzioni che si facevano in quel giorno nella cappella reale, dal suo coretto, privatamente, insieme alla sola arciduchessa Maria Luisa, alla quale portava una speciale affezione.
La sera della domenica stessa, alle dieci, arrivò a Palazzo Pitti la figlia Maria Teresa, principessa di Carignano, insieme al marito principe Carlo Alberto, che andarono subito nel quartiere loro destinato. La principessa rimase con suo padre fino all'ora della tavola « che in breve fu servita. »
Essendo ormai stabilito fra Ferdinando III ed il principe Massimiliano il matrimonio con l'arciduchessa Maria Ferdinanda, il Granduca aveva inviato al re di Sassonia, zio della sua futura sposa, il marchese Carlo Ginori, all'oggetto di ottenere da lui il consenso a queste nozze, che egli accordò con animo lieto per quanto già lo sapesse concluso, e non si trattasse che di una semplice forma d'etichetta e non altro.
Il 17 aprile tornò in Firenze il marchese Ginori col suo segretario Pistoi, i quali erano stati ricevuti dal re di Sassonia con ogni distinzione, avendo loro per di più conferito al Marchese la commenda dell'ordine della Corona ed al Pistoi la croce di cavaliere dello stesso ordine, oltre a cospicui regali.
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (217/706)
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