Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Il matrimonio del Granduca
      22 XTutto questo per trasmettere ordini, concertare cerimoniali, e stabilire etichette.
      Fino dal 2 maggio, furon trasmesse all'Arcivescovo le bolle pontificie di dispensa, i titoli e i nomi dei due reali sposi ed i nomi e titoli dei testimoni.
      Nel giorno stesso il segretario d'etichetta, che doveva desiderare, poveretto, d'arrivar presto alla fine di tutta quella baraonda, d'ordine del maggiordomo maggiore e del gran ciambellano, si portò dalle cariche di Corte, maggiordomi e maggiordame dei differenti sovrani, per informarli di ciò che dovevan fare nell' atto della funzione e dei posti che dovevano occupare tanto nelle carrozze « del convoio » quanto nell'interno della chiesa.
      A tutte le cantonate e alle colonne del portico degli Uffizi che guarda l'Arno furono attaccate diverse notificazioni fra le quali quella del Gonfaloniere di Firenze che invitava gli abitanti della piazza e sdrucciolo de' Pitti, via Maggio, via de' Legnaioli, via de' Tornabuoni, via de' Rondinelli, via de' Cerretani e piazza del Duomo, da cui sarebbe passato il Granduca, non meno che gli abitanti di via de' Leoni, piazza di San Firenze, via del Proconsolo, via de' Balestrieri e piazza del Duomo dalla parte dell' Opera, di dove aveva a passare la principessa sposa, di ornare il 6 maggio le loro finestre di arazzi o tappeti, dalle quattro pomeridiane fino al ritorno dell'augusta comitiva al Palazzo Pitti.
      Con la stessa notificazione si annunziavano le feste che avrebbero avuto luogo nel dì 7 e nel dì 8, e si preveniva il pubblico che nelle sere di quei due giorni e del precedente non sarebbe stato pagato il consueto pedaggio alle porte. Questa forse fu la disposizione più gradita di tutte, come quella che dava agli abitanti dei sobborghi e dei villaggi prossimi a Firenze una tregua di libertà alla schiavitù continua di vedersi chiusi fuori !
      Fu affissa pure un' altra notificazione dal Soprintendente generale delle Reali Possessioni, per invitare i parrochi della città, d'ordine del Sovrano, a rimettergli una nota esatta


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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