Firenze vecchia di Giuseppe Conti
228 Firenze J "ecch iaduca ed alla principessa di Sassonia, per domandar loro se eran contenti di congiungersi in matrimonio. La Principessa, prima di rispondere, si alzò, facendo una profonda riverenza al « reale genitore » come per domandargli in tal modo il suo consenso, che dal padre le fu accordato « con semplice inclinazione di capo. » Allora inginocchiatasi di nuovo, rispose alla domanda fattale dall'Arcivescovo dicendo un sì piuttosto sommesso ma chiaro.
La maggiordama maggiore principessa Ottavia Rospigliosi, che già s'era posta accanto alla sposa, stando in piedi, le levò i guanti, « ed il prelato congiunse in matrimonio i reali sposi more solito, » dice il cronista di corte, quasi che avesse dovuto sposarli in un'altra maniera !
Mentre l'Arcivescovo tornava all' altare, la maggiordama maggiore rimise i guanti alla nuova Granduchessa e le levò il velo di testa.
Appena le Loro Altezze Reali furono proclamate unite in matrimonio, il maggiordomo della reale sposa, duca Ferdinando Strozzi, lasciò il suo posto fra le cariche di Corte ed andò a porsi in piedi dietro la sedia di lei, accanto al marchese Piatti, prendendo la destra.
Dietro a quella del Granduca, stava il gran ciambellano senatore Antinori.
L'Arcivescovo intonò il Te Deum, e dall'artiglieria delle due fortezze fu fatta la seconda scarica.
Terminata la funzione, data la benedizione e letta « la Bolla d'indulgenza, » si riformò il corteggio per tornare a Palazzo.
I sovrani eran preceduti dalle livree del duca Strozzi, da quelle del bali Martelli, del senatore Antinori, del principe Rospigliosi e della Corte ; venivan poi i cavallerizzi e gli uffiziali di scuderia in uniforme; la nobiltà e l'ufizialità; i paggi e i precettori, gli uscieri e furieri di Corte, il segretario d'etichetta, i ciambellani, i consiglieri di Stato nella loro precedenza e le cariche di Corte. Venivano quindi gli sposi, e due paggi reggevano il manto alla Granduchessa:
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (232/706)
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