Firenze vecchia di Giuseppe Conti
La nascita di nn principe e di tuia arciduchessa 237
rinchiuso in tre casse, « sigillate nelle fermature con sigillo nero della casa di Sassonia. »
La mattina del giorno 5 fu fatto il mortorio nella chiesa di San Frediano, perchè quella di San Niccola era in restauro, ed il dì 8 gennaio « in una delle gondole reali sotto la scorta d'un impiegato della Corte di Sassonia e d'un religioso agostiniano della chiesa di San Niccola di Pisa, » fu spedita a Firenze la salma del principe, per essere depositata provvisoriamente nelle tombe reali di San Lorenzo.
La sera del dì 10, la gondola, che poi in fondo non era che un navicello addobbato, arrivò allo scalo d'Arno, e levata la cassa fu ricevuta dal priore di Santa Maria al Pignone, che in cotta e stola l'aspettava insieme a dodici fratelli della compagnia del Sacramento, ognuno col torcetto, e recatala nel mezzo di chiesa fu fatta l'associazione. 11 giorno dopo, la mattina alle sette, la cassa fu messa in una lettiga di Corte. Il sig'nor Mùller, della Corte di Sassonia, ed il priore del Pignone in cotta e stola, l'accompagnarono dietro in carrozza fino a San Lorenzo, dove ne fecero la consegna a monsignor priore mitrato. Siccome poi, il re Federigo Augusto di Sassonia mandò a dire che desiderava che le spoglie mortali del defunto principe fossero conservate nelle tombe di San Lorenzo, così il Granduca diede ordine che la salma del principe Clemente fosse quivi seppellita, ordinando che fossero recitati, nella detta chiesa, « solenni notturni da morto con lo stesso sistema praticato dalla Corte nei semplici anniversari dei defunti sovrani. »
La disgrazia della morte del principe Clemente di Sassonia, fu per la Corte di grande dolore ; ma fu attenuato da una insperata notizia : quella della gravidanza dell'Arciduchessa ereditaria. La notizia fu divulgata con tanto più piacere, in quanto non si sperava più davvero di darla. E se fu contento Ferdinando III, contentissimo ne rimase il figliuolo Leopoldo, che si era trovato un po' piccato del secondo matrimonio del padre, avvenuto appunto per riparare, in certo modo, alla, supposta sua insufficienza.
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (241/706)
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