Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      La morte di Ferdinando III 255
      mera; e che quando toccava l'ora del pranzo, non uscis sero di Palazzo, ma andassero alla tavola delle cariche di Corte.
      La Granduchessa ed i Principi pranzarono « nel pili stretto privato » presso la camera dell'infermo.
      L'ambascia crudele di quella famiglia, che dimenticava il trono, le ricchezze ed il fasto, per abbandonarsi al supremo dolore di una grande sventura, era commovente perchè la metteva al livello di ogni altro mortale.
      Piangendo e dando libero sfogo all'angoscia, poiché l'affetto era superiore all'etichetta, trovavano un sollievo contro la fredda ragione di Stato, che imporrebbe quasi ai principi un cuore di pietra.
      In quelle persone non c'eran più che degli esseri umani che soffrivano per la imminente perdita del loro capo di famiglia.
      Intanto Ferdinando III si aggravava sempre di più ; ed a segno tale, che alle quattro e mezzo dello stesso giorno, 18, il principe Rospigliosi ordinò che si mandasse un lacchè ad avvertire l'Arcivescovo che S. A. si trovava in extremis.
      Monsignore, che forse da un momento all'altro si aspettava d'esser chiamato, pare che stesse già pronto, perchè non fece che montare in carrozza e andare a' Pitti, ove fu ricevuto con lo stesso cerimoniale della mattina. Alle cinque entrò nella camera del Granduca e gli raccomandò l'anima; venticinque minuti dopo, Ferdinando ili era spirato!
      Il principe Rospigliosi si recò subito ad annunziare la morte dell'amato .Sovrano alla vedova, all'Arciduca ereditario Leopoldo, ed alle Arciduchesse. Fu una desolazione, un pianto irrefrenabile. Calmato forzatamente quel dolore, poiché i principi non debbono nemmen piangere quanto vogliono, tutta la famiglia partì sul momento nel più stretto incognito per la villa di Castello, durando fatica le carrozze a farsi strada, tra « 1' affollato popolo che piangeva. »
      Il Maggiordomo maggiore appena fatte le partecipazioni, fece la consegna del cadavere al generale Francesco Ghe-


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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