Firenze vecchia di Giuseppe Conti
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Firenze J 'cecilianon ha perso d'efficacia nemmeno ai giorni nostri ; anzi ne acquista sempre una maggiore.
« La mancanza in cui spesso si trovano le persone - scriveva Cosimo Ridolfì - che vivono col profitto dell' opera loro, di certe comodità, elei mezzi di ben collocare la loro famiglia, e di quelli necessari per provvedere alla propria sussistenza, nel tempo di infermità o di vecchiezza, non sempre deriva dalla scarsità di lavoro o da troppo piccoli guadagni; ma dipende il più delle volte da non avere saputo tener conto eli certi avanzi, che quasi tutti pur fanno. Conservati e riuniti epiesti avanzi, sebbene piccoli, diverrebbero la ricchezza dell'uomo industrioso; ma consumati in spese inutili, se non viziose, o arrischiati per vana lusinga di moltiplicarli, spariscono senza utilità veruna ; anzi sono di danno al povero, avvezzandolo alle superfluità e forse distogliendolo dal lavoro e dal pensiero della famiglia. Che se un gran bene è per il popolo somministrargli lavoro che gli dia da guadagnarsi onoratamente il sostentamento, bene anche più grande sarà eccitarlo ai risparmi, ed offrirgli inoltre un mezzo eli conservarli ed accrescerli. »
Queste assennate e profonde parole elei grande economista, sortirono il desiderato effetto, poiché l'entusiasmo destato in tutta la Toscana da siffatta istituzione, raggiunse quasi la frenesia; e non vi fu piccolo comune, che non volesse avere la sua casa filiale della Cassa eli Risparmio.
Avviata così la Toscana, per merito eli valorosi cittadini, sulla straela di sane innovazioni, anche il Principe si sentiva trascinato ad opere sempre più grandiose, poiché subiva il fàscino degli uomini insigni che lo circondavano.
A distogliere alcpianto però il Granduca dalle sue pacifiche e savie intraprese, sopraggiunse la questione elei greci, sollevatisi contro l'aborrito giog-o elei turchi. La simpatia universalmente destata elalla causa greca, non impediva certe preoccupazioni nei governi elei piccoli Stati, specialmente per non urtare la Russia, che allora più che mai, in quanto a civiltà, aveva poco da spartire con la Turchia.
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (310/706)
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