Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Firenze Vecchia
      scempiaggini del suo stolto cervello, l'editto che proibiva alle donne di vestire attillate, acciocché non risaltassero le loro forme del corpo!...
      Frattanto gli avvenimenti incalzavano. Dopo le giornate di luglio a Parigi, e la caduta di Carlo X, la elezione di Luigi Filippo « ravvivò gli spiriti affievoliti delle vecchie società segrete. » Tutta Europa pareva in convulsione. Passò per l'aria come una folata contro i sanfedisti e i reazionari che per il momento ritirarono le corna in dentro, stando però con tanto d'occhi. E quella è gente che sa aspettare!
      A complicar le faccende, il 30 novembre 1830 avvenne la morte di Pio Vili, che era succeduto il 30 marzo 1829 a Leone XII al quale, pur troppo, somigliava perfettamente.
      I liberali sperarono giunto il momento « di levarsi dal collo l'aborrito giogo clericale, » ma il 2 febbraio 1831, essendo stato eletto papa Don Mauro Cappellari, che prese il nome di Gregorio XVI, tutte le speranze andaron fallite. Vi furono a Roma alcune sommosse per parte dei liberali; e in varie città pontificie confinanti con la Toscana, il malumore era grandissimo.
      II governo di Leopoldo II nella paura che i moti insurrezionali si estendessero anche in Toscana, era diviso in due partiti. Uno voleva chiedere all'Austria un presidio armato, - il sogno vagheggiato dal Ciantelli - l'altro era sempre più tenace nella preservazione della indipendenza nazionale.
      Anche il pubblico era diviso: i preti e i codini agognavano i tedeschi e già pareva loro di vederli per le vie di Firenze; i liberali vi si opponevano accanitamente, aborrendo ogni occupazione straniera, « contro la quale era garanzia l'ascendente che ancora aveva sul Granduca il Fossombroni, la fermezza del Corsini e la deferenza del Cempini per i suoi colleghi. »
      L'esercito che avrebbe avuto urgente bisogno di essere riorganizzato, per incuria dei governanti e per mancanza di ogni energia militare nel principe, non avea jaiù nessun prestigio. Il capo supremo ne era il Fossombroni, con l'ono-


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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