Firenze vecchia di Giuseppe Conti
Firenze l'ecchiaQuella solennità fu indimenticabile per molti motivi: primo fra tutti quello, di far vedere che all'occorrenza, non si era degeneri dagli avi.
Ma « quando tu stai bene, Iddio ti guardi » dice un vecchio dettato. E così avvenne della Guardia Urbana: la quale, col suo mirabile contegno e la sua disciplinatezza destò le gelosie della « soldatesca stanziale, che non tollerava di essere superata nell' ammirazione sincera e spontanea del popolo e del principe e nell' esemplare portamento militare. »
A questo malcontento e a questa gelosia, si univa la sorda guerra dei codini che non vedevan di buon occhio tanti cittadini armati, - per quanto lo fossero poco meno che di bastoni - e i raggiri degli agenti austriaci i quali, « ora che il pericolo era passato, andavano insinuando che era inutile tenere occupati i popoli in siffatte pratiche militari.» E siccome i tristi riescono più spesso dei buoni nei loro disegni, così quando la Guardia Urbana che aveva destate tante liete speranze meritava di essere stabilmente ordinata e disciplinata, venne disciolta.
E per quanto « ciò fosse fatto con accomodate parole, nul-lameno la dispiaccnza fu generale. »
Le accomodate parole, che meglio sarebbe dire gesuitiche addirittura, contenute nell'editto 4 giugno 1831, sono le seguenti: « S. A. Le R. apprezzando l'esemplare emulazione con cui i Toscani d'ogni ceto hanno fatto a gara nel concorrere alla formazione delle Guardie Urbane e Locali, ne ha provato nell'animo Suo la più gradita sodisfazione. Ila quindi nel tempo stesso dedotto un' ulteriore luminosa dimostrazione del prezioso amore dei suoi fedelissimi sudditi, e dell'incivilimento tanto diffuso tra loro, da farli certi che i pubblici comodi si promuovono nella tranquillità dell'ordine sociale, a cui per conseguenza l'onesto accorgimento è portato ad offrire accurata ed efficace tutela. Mentre in vista dell'indole che distingue le toscane popolazioni, si compiace S. A. 1. e R. di potere ad ogni cenno contare sull'attività delle medesime, sente d'altronde il paterno desiderio di non
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (332/706)
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