Firenze vecchia di Giuseppe Conti
336 Firenze l'ecciticisa mantenere col proprio senno, o che dipende dall' opera altrui. Al politico rovescio di questa medaglia, che una mente elevata avrebbe potuto impedire, si aggiunse per il Granduca quello a cui niuna forza umana poteva opporre resistenza.
La granduchessa Maria Anna, donna di semplici e modeste virtù, la quale pareva di non avere altra missione che quella di amare ciecamente il marito, si affliggeva da gran tempo per un fatto del quale ella non aveva colpa, ma che pure agli occhi di lei pareva tale. Essa sapeva quanto il suo sposo, e più di lui il popolo che non voleva un giorno cadere sotto la dominazione di un principe straniero, desiderasse che fosse assicurata la successione al trono con la nascita di un principe. Ed invece essa ogniqualvolta nutriva la speranza di appagare i desiderii del principe suo consorte e dei sudditi fedelissimi, non aveva dato alla luce che una femmina.
La buona e pia principessa non avendo saputo fare che tre figlie, tanto se ne afflisse, che a poco a poco si annidò in lei un terribile male che non perdona, e che ribelle a tutte le cure, a tutti i tentativi della scienza, la condusse inesorabilmente alla fossa.
L'afflizione di non aver mai partorito un maschio fu probabilmente il movente che determinò la catastrofe, poiché forse i germi del male già erano in lei; ma non jaer questo la sua fine dispiacque meno ai suoi sudditi che l'amavano davvero, poiché si può dire che essa vivesse soltanto « per beneficare, istruire ed edificare i suoi simili. »
Già da qualche tempo i segni del morbo letale che ne rodeva l'esistenza innanzi tempo, si erano in lei fatti palesi: perciò i medici le consigliarano durante la stagione invernale del 1832 il mite soggiorno di Pisa. Ultimi ed inutili tentativi quando si tratta di malattie spietate e crudeli come quella.
Tutta la Corte si trasferì a Pisa, nella speranza che l'augusta malata potesse, se non ritrovar la salute, almeno migliorarne d'assai le condizioni. Ala furon vane speranze;
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (336/706)
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