Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      La nuova Granduchessa
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      Cosimo Antinori, offrisse in nome pubblico al Governo, in assenza di S. A., una festa pubblica in continuazione di quelle solite farsi per San Giovanni.
      Del progetto delle feste fu incaricato l'ingegnere di circondario Paolo Veraci, il quale propose una gran festa campestre ed una cuccagna alle Cascine, per la quale si supponeva occorrere la spesa di settantaduemila lire toscane, salvo quel più che poteva occorrere per renderla più decorosa e splendida « e di soddisfazione del popolo » che poi in fondo era quello che doveva pagare: supposto sempre che con qualche alzata d'ingegno, il Magistrato civico non trovasse modo di far pagare ogni cosa al graziosissimo Sovrano. Ala il magistrato però, « a sollievo » appunto del popolo, soppresse la progettata cuccagna, e vi sostituì la estrazione di sessanta doti di cinque scudi l'una « a povere zittelle della città di Firenze, dai diciotto ai venti anni. »
      Oltre a questa festa, l'ingegnere Veraci propose anche di estendere le consuete illuminazioni, prevedendo perciò una somma di ottomila lire di più.
      Nel tempo stesso che deliberava tali feste, il Magistrato ebbe la gretta e meschina idea di deliberare un' istanza al Granduca perchè si degnasse di fare anticipare dalla De-positeria la somma di settantamila lire da restituirsi a ventimila lire l'anno! Ci si doveva venire!...
      Fu altresì deliberato avvisare ed invitare « il pubblico ed abitanti della città » ad adornare le finestre delle loro case d'arazzi e tappeti nelle strade ove sarebbero passate le loro Altezze Imperiali e Reali, in occasione dell'ingresso solenne in Firenze. E di più, che nella sera, gli stessi signori « abitanti della città indistintamente, fossero invitati anche « ad illuminare le loro case in segno d' esultanza e di giubbilo del fausto avvenimento del loro matrimonio, » cioè quello dei sovrani, e non degli abitanti con le case, come parrebbe che s'intendesse dal testo curioso della deliberazione del Magistrato.
      ila dopo tre giorni, il Magistrato riflettendo « che non


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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