Firenze vecchia di Giuseppe Conti
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Firenze J ''ceciliaQuasi difaccia, sulle mura, vi era una torricella alla quale si accedeva per una scaletta, dove si fabbricavano i fuochi
pari, non era possibile comprendere come potevan fare a resistere quei disgraziati che stavan lì a far bollire nelle caldaie il grasso di manzo e lo colavano poi nelle forme di latta delle candele di varie grandezze. Era una cosa nauseante e ripugnante, che rivoltava addirittura lo stomaco. E dire che c'eran dei ragazzi che rimanevano incantati a veder far le candele, come se fossero stati in una profumeria ! Ma più di tutti ci si spassarono poi i tedeschi, quando vennero in Firenze e che montavan la guardia alle porte, per ciucila loro ghiottoneria che avevano per il sego.
Risalendo un po'la strada poiché quando le mura si avvicinavano alle porte il piano era in discesa, e continuando per la Porta a Pinti, in faccia al Vicolo della A fatto naia che metteva in Borgo la Croce si scorgeva il grazioso villino Gi-nori con le due cupolette a squamine gialle e turchine, ed in quel punto delle mura esisteva un vuoto ad arco come unad' artifizio, come in luogo meno pericoloso in caso di disgrazie.
Torricella dove si fabbricavano i fuochi d' artifizio.
Passata la Porta, e seguitando per le mura verso Borgo la Croce, e' era un tabernacolo sotto una specie di tetto, dove talora la sera alcune donnaccole andavano a dire il rosario. Verso Pinti, il cattivo odore si faceva anche più serio, cambiandone altresì l'origine. In un breve tratto c' era la fabbrica delle candele di sego : e non è possibile rendere con efficacia ciò che si provava dovendoci passare : e del
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (368/706)
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