Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Attorno alle nutra della città
      37iAvviene spesso di trovare notato in qualche diario, o cronaca del tempo mediceo, taluna di queste compagnie di giuocatori celebri.
      Generalmente si giuocava dal canto del palazzo Strozzi, fino alla colonna di Santa Trinità.
      Nel 1618 il granduca Cosimo li fece venire in Firenze i giuocatori più rinomati di tutta l'Italia, e furon da lui spesati in diverse case con magnifiche tinellate. Questi giuocatori furono : un certo Francesco Armentini d'Ancona, un tale de'Benedetti di Venezia, ed altri d'Osimo, di Faenza, di Ba-gnacavallo e della Lombardia. « E perchè detti forestieri si lamentavano del lastricato, al quale non erano usi, S. A. fece accomodare la strada nel luogo della battuta con mattoni cotti, in coltello ; e vi furono molti che batterono fino a ottanta passi, dal palazzo degli Strozzi fino al Canto de' Mi-nerbetti. » Quelli venuti di fuori giuocavano anche con più giuocatori di Firenze, tra cui quattro furono i più famosi cioè : il « Bicchieraio » detto per soprannome il Barba ; Anton Maria, cuoco del cardinal de'Medici, detto il Pallaio; un tale de'Ceccherelli cittadino e setaiolo; ed un fratello del « Bicchieraio » soprannominato Napoli, il quale aveva un braccio storpiato e rattratto ; e quando giuocava lui, il Granduca andava sempre a vederlo, nel borgo di Santa Trinità.
      Il Granduca vi assisteva in carrozza chiusa fra Via Porta Rossa e Parione; ed i lanzi facevano il servizio perchè nessuno occupasse quel tratto di Via Tornabuoni dove si giuocava, che rimaneva affatto libera. Dalle finestre - con le impannate alzate a guisa delle gelosie delle persiane - dei palazzi e delle case, una folla di dame e di gentiluomini godeva quello spettacolo di cui ognuno andava matto.
      I giuocatori - come si rileva da una tempera esistente in un palazzo di proprietà Giuntini, riprodotta dalla fotografia Alinari - erano otto, quattro per parte e vestiti di bianco, con un costume perfettamente uguale a quello ancora in uso.
      Alla fine d'ottobre del 1628 «non essendo più la stagione propizia per giuocare al pallone, i giuocatori di fuori se ne
      24. — Conti.


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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