Firenze vecchia di Giuseppe Conti
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Firenze J reechiadustria insieme. Vi erano delle famiglie che, su questa ci campavano comodamente.
Alcune donnicciuole si guadagnavano una discreta giornata, passando i prosciutti, che Dio ci liberi nascondevano sotto le sottane, e ricevevano mezzo paolo per ciascuno da coloro per conto dei quali li passavano. Oltre ai prosciutti, non e' era giorno che non passassero carne, salsiccie e tutto quanto con quel prosaico mezzo della sottana si poteva nascondere. Ma i gabellini, che le conoscevano, spesso ne coglievano qualcuna in fallo, e allora quelle donne perdevano ogni cosa.
Le più accorte però, quando vedevan la marina torba, si gingillavano di fuori presso la porta, figurando di chiacchierare svagolate, con questo e con quello, aspettando il momento buono di potere sgusciare inosservate tra barroccio e barroccio e il tiro era fatto.
Certe altre poi, si lasciavan frugare tranquillamente perchè sapevano di non aver nulla addosso ; e lo stradiere non si accorgeva, ed era quasi impossibile, che quello che cercava era nel veggio o scaldino ch'esse figuravan di portare per scaldarsi, e dentro era pieno di spirito chiuso in una piccola bombola, fatta a modello, coperta da un po'di brace e della cenere, che nascondeva perfettamente il frodo.
Erano infiniti i mezzi e le astuzie usate per passar la roba alle porte in barba al cassiere e agli stradieri. Ci sarebbe da scrivere un libro curiosissimo !
Nei carichi della fastella nascondevan mezzi bovi, addirittura: pialle da legnaioli igiene di spirito, e perfino tamburi della Guardia Urbana a' suoi tempi, celavano o mascheravano l'inganno !
Xon c' era poi diligenza che arrivasse di campagna, nella quale non ci fosse qualcuno che tentasse il suo bravo frodo. Per lo più costoro, mentre gli stradieri, certi ferri di bottega più fini della seta di Xapoli, facevano la visita e domandavano se c'era nulla da gabella, essi si mostravan distratti guardando in qua e là; ma più specialmente, e ciò
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (382/706)
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Dio Guardia Urbana Xapoli
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