Firenze vecchia di Giuseppe Conti
Mercato l "cecino
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lagio dell'Arte della Lana c'erano i friggitori di roventini, di gnocchi, di sommomraoli, di pesce e d'ogni cosa un po'.
Nelle sere specialmente di venerdì e di sabato, delle vigilie e di quaresima, la scena di quel punto di Calimara era veramente fantastica. Le fiaccole delle padelle di sego, o dei lumi a olio infilati sopra un bastone, e le fiamme dei fornelli sui quali le padelle friggevano esalando acre odore di pesce e di baccalà, mandavano in distanza dei bagliori rossastri, degli sprazzi di luce e degli effetti d'ombra curiosissimi.
I friggitori urlavano chiamando la gente, e la gente si affollava a comprar la cena che consisteva in frittelle di mela, in carciofi, in baccalà, pesci d'Arno e fiori di zucca a seconda della stagione. In quella località,
il movimento dalle ventiquattro all' un' ora era grandissimo.
II palagio, o torrione, come lo chiamavano, che fu l'antica residenza dell'Arte della Lana, sembrava un rimprovero vivente d'esser lasciato in uno stato di spregevole abbandono, in mezzo a una turba schiamazzante e alle nauseanti esalazioni delle padelle e delle caldaie.
Presso al torrione dell'Arte della Lana tra San Michele e lo sdrucciolo, ebbero sede l'arte de'chiavaioli, de'calderai, de'beccai, e.... dei medici e speziali.
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Via di Baccano.
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (419/706)
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