Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      A forcalo J'cecilia
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      S'entrava in quell'edilìzio per la Via tra'Ferravecchi, oggi degli Strozzi, e accanto alla porta c'era una donna che vendeva erbaggi ed era chiamata la cavolaia. Essa vedendo entrar sempre persone nel Campidoglio, e mai uscirne alcuna, cominciò dopo qualche ora a metter sull'avviso coloro che continuavano ad arrivare: i quali, insospettiti, non entrarono nel tristo fortilizio, e scamparon così la vita ; poiché si seppe che coloro che vi eran già entrati, erano stati a mano a mano fatti trucidare.
      Tanta fu la riconoscenza che ebbero coloro che vennero salvati dalla cavolaia, che dopo la sua morte stabilirono che le fosse ogni anno celebrato un uffizio in suo suffragio : e la campana che dalla sera d'Ognissanti fino all'ultimo giorno di carnevale, suona anch'oggi le tre ore di notte, si disse la campana della Cavolaia, perchè quella era l'ora in cui ebbe luogo, secondo alcuni, la festa fatale. La leggenda su riferita, piuttosto che a Totila v'ha chi l'attribuisce al Duca d'Atene e a' suoi tempi.
      Dalla Via tra'Ferravecchi fino agli Strozzi, e Via de'Pe-scioni dietro il palazzo Corsi, era sempre Mercato, e la strada era ingombra di banchi, di deschi di macellari, di ceste d'ortolani, di fornelli di friggitori.
      D'estate le strade di tutto quel quadrato del centro della città che costituivano il Mercato, era coperto di tende d'ogniPiazza Luna.


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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