Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      gnoli mandavano un fumo acre e nauseante, che annebbiava tutto Mercato.
      Anche la sera del giovedģ santo, Mercato Vecchio era in festa: ma si faceva la mostra soltanto dai pizzicagnoli. Il soffitto delle botteghe era coperto da centinaia di prosciutti, di mortadelle e di salami, che rappresentavano addirittura un capitale : e presso la porta, colonne intere di grossi parmigiani unti, lustri che parevan verniciati. E tutto con festoni d'alloro, con lumi e padelle come per le processioni di campagna.
      11 sabato santo pure era giorno di gran mostra; ma pił specialmente dei macellari, che mettevano quindici o venti manzi squartati in fila uno dietro all'altro, legati alle pulegge e pieni di fiori di carta, e ornati di foglie di lauro ; al soffitto e alle pareti, agnelli sparati, e chiasso d«=> Limonai,
      coratelle pieni essi pure difiori di foglio, e teste di vitella con una mela in bocca; e .ogni cosa illuminato al solito fantasticamente e affumicato parecchio.
      Questo, su per gił, era il Mercato Vecchio, che variava a seconda delle stagioni, ma che nell' insieme si manteneva lo stesso. Nessuno dei pił vecchi aveva ricordo d'aver visto le strade di Mercato asciutte, nemmeno nei solleoni ! Ma era caratteristico, era curioso e pittoresco. Si vedeva, si ritrovava sparsa qua e lą l'antica grandezza di Firenze. In quei vicoli sudici e bui, le fabbriche deturpate e alterate da aggiunte dei secoli precedenti, conservavano sempre in qualche parte


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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