Firenze vecchia di Giuseppe Conti
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Firenze J ''ceciliazolente e malsano ; gli ebrei ringraziarono Dio, e i fiorentini ne godettero quando sparì dal centro della città quell'avanzo di barbarie me-
gli ori e gii argenti, che ridotti in verghe, nessuno poi era più buono a riconoscere. Però la ragione vera della ricchezza degli ebrei, non era questa: non tutti facevano il manutengolo dei ladri; la generalità i1ivece, doveva la sua agiatezza alla sola via che era loro lasciata, quella del commercio e del giro del denaro, alla parsimonia con la quale vivevano, all'ordine e all'economia domestica, e ai pochi incentivi di spendere e di menare una vita fastosa, che erano loro concessi.
Leopoldo I ammise gli ebrei a godere dei diritti municipali, c nel 1814 Ferdinando III abolì le loro giurisdizioni eccezionali e li sottopose agli ordini e alle leggi comuni, tutelandoli con speciali provvedimenti nell'esercizio del loro culto. Leopoldo II li accolse nella Guardia civica nel 1848, ma non li accettò nell'esercito, e li escluse, salvo una o due eccezioni, dagl'impieghi governativi come dalla professionedievale.
Alle ventiquattro si chiudevano le porte del Ghetto lasciandone aperta soltanto una a spiraglio per quelli che facevan più tardi un quarto d'ora o una mez-z'ora. I birri vi potevano però entrare a qualunque ora per sorvegliare o cercare dai manutengoli più noti la roba rubata quando si scopriva qualche furto ; poiché la polizia, in questi casi, la prima visita la faceva in Ghetto, ma non trovava quasi mai nulla, perchè avevano già struttoInterno delle « Cortacce. >
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (438/706)
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Dio Ferdinando III Guardia Ghetto Ghetto Leopoldo II Cortacce
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