Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Il vetusto edilìzio aveva subito in più tempi deturpazioni ed alterazioni tali, da svisarne assolutamente il carattere e la primitiva impronta.
      Dal lato di Via del Proconsolo e di Via Sant'Apollinare le antiche finestre bifore furono in parte rimurate e ridottea tramoggie per i carcerati, i quali, onde impietosire i.passanti, calavano dalle inferriate uno spago con una borsetta bianca: e perchè questa scostasse dalle bozze di pietra della facciata, tenevano lo spago legato a un pezzo di canna come se pescassero. E infatti pescavano i gonzi che credevano alle loro querimonie, ai loro lamenti, e più che altro alla loro innocenza.
      Bastava passar « dal Bargello » per sentire gridar forte le solite lamentazioni pietose del « povero padre di fa-., „ ., miglia, » e della « vit-
      II Bargello. 1 '
      tima » altrui. Costoro per fare effetto inventavan tutte le birbonate possibili : pro-mettevan preghiere alla Madonna e a tutti i santi, anche meno conosciuti, purché chi passava buttasse nella borsetta bianca qualche cosa. A prima vista può sorprendere che i carcerati potessero avere lo spago, la borsetta e la canna, per tenerla distante dal muro; ma la meraviglia cessa quando si sa che il provvedere di tali oggetti i detenuti, era un in-


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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