Firenze vecchia di Giuseppe Conti
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Nelle famiglie del popolo come in quelle signorili, si usava fare il pane in casa: e per la città si vedevano a tutte l'ore i garzoni di fornaio che uscivan dalle case dov'erano stati a prendere il pane, e con l'asse in capo, coperta da un panno-lano, lo portavano in forno dal paiticocolo. Ai bambini piccini e ai nipoti le nonne con l'avanzo della pasta facevano il chiocciolino, e gli ominìni a braccia aperte, la ghiottoneria piìi desiderata dai ragazzi d'allora.
Ed a proposito del pane fatto in casa, è noto che il poeta Giambattista Niccolini innamoratosi della cameriera di sua madre l'avrebbe anche sposata, se una mattina, alzatosi di buon'ora non l'avesse còlta in flagrante con un garzone di mugnaio, che portava in casa la farina per fare il pane: altro che pane ! Ma tutto il male non vien per nuocere : sarebbe stato peggio dopo!...
In tutte le case si poteva dire che gli usi fossero uguali. La mattina per colazione invece del caffè e latte come si usa ora, si faceva la pappa nel pentolo, spesso affumicato, perchè si faceva il fuoco a legna che si accendeva coi trucioli ; i ragazzi si mandavano a scuola col paniere della merenda, la quale consisteva soltanto in una fetta di pan col burro, o un fico secco, o una mela, o una diecina di baccelli, o un mazzetto di ciliege o una fetta di pattona a seconda della stagione. Al tocco tutti tornavano a desinare, e le botteghe fino alle tre non si riaprivano. Il pasto frugale si componeva generalmente di minestra e lesso, e le feste il piatto preferito era la coratella nel tegame, il fegato con 1' uova, il pollo nella bastardella, o l'agnello. Per carnevale era in gran voga il lombo di maiale arrosto, e i ragazzi giravan lo spiede con lo spago, facendo a gara a chi toccava quell'incarico, che spesso dalle mamme si concedeva al più buono, come un premio. La sera si cenava verso le otto tanto d'estate che d'inverno ; ma si aspettava il capo di casa che tornasse da bottega, portando per lo più V affettato, cioè salame o prosciutto o più comunemente la mortadella, che si diceva anche finocchiona, ed era l'insaccato più economico. Nella quare-
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (461/706)
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Giambattista Niccolini
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