Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Firenze J reechiache og"gi si dice d'Olanda, e che allora dal popolo si chiamava sbrinze. L'astuto svizzero mise una forma di questo cacio, grande quanto un tavolino tondo da caffč, sotto una gran custodia di vetro; e i ragazzi e anche la gente d'etą ci si fermava incantata per diversi giorni, a guardar tanta meraviglia, credendo che ci volessero tesori per poter mangiare di quella delizia; ma quando videro che era una cosa che tutti potevan comprare per pochi soldi, non lo guardaron piģi nemmeno.
      In quanto ai comodi della cittą pareva un sogno che ci fossero dodici vetture di piazza che stazionavano metą sotto gli Uffģzi, e metą presso il Sasso di Dante. Tutte perņ erano a due cavalli e facevano quasi soltanto i servizi di campagna: ma insomma, per coloro che non s'eran mai mossi di Firenze, sembrava che cotesto fosse il massimo della comoditą e della mollezza.
      Quando i signori andavano a fare qualche viaggio si servivano delle carrozze di posta ; ma il conte Galli il pił eccentrico della nobiltą fiorentina, che andava vestito sempre trascurato pił del decente e che per una delle processioni del Corpus Domini, alla quale prendeva parte, si metteva la giubba coi bottoni di brillanti che valevano mille scudi 1' uno, ogni anno andava a fare un viaggio a Vienna e a Pietroburgo nella sua carrozza e con due dei suoi cavalli, mettendoci pił d'un mese. Era quello il carnevale e la cuccagna del suo cocchiere Cicalino, che aveva preso da una famiglia di contadini a Scandicci, il quale si divertiva pił del padrone; e facendo le spese, con un uomo di quella fatta non ci rimetteva certamente di suo.
      Quando il conte Galli andava via di Firenze lasciava per rappresentante un gobbo che vendeva il vino delle sue fattorie al finestrino del palazzo in Via delle .Seggiole. Cotesto « gobbo vinaio » era il suo maestro di casa e ne disimpegnava le attribuzioni onestamente.
      La granduchessa vedova Maria Ferdinanda e l'arciduchessa Maria Luisa sorella del Granduca, che il popolo te-


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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