Firenze vecchia di Giuseppe Conti
l'ito fiorentina 471
mattina alle otto! Quando poi la sbornia non gli permetteva di arrivare all' ora di chiuder bottega, la chiudeva avanti e si metteva a girare per tutte le strade di Firenze senza saper dove andava urlando e strepitando con una turba di ragazzi dietro che gli facevan la fischiata e che si fermavano a rispettosa distanza quando seccato si fermava anche lui, minacciandoli di tutte le peggiori cose del mondo. Ma siccome non si reggeva ritto, continuava la sua ignota via a balzelloni, senza chetarsi un minuto.
I birri che lo sentivano, quando potevan farlo, si allontanavano, secondo il vecchio sistema sempre vigente ; ma quando non potevan farne di meno, lo arrestavano e lo conducevano dal Commissario del quartiere più prossimo, che gli domandava che cosa aveva fatto per essere arrestato. E il Jlagnanino tutte le volte rispondeva: — Xullal e nulla non si scrive! —
Ponte, altro passatempo dei monelli fiorentini, era un ometto piccolo con una gran capelliera bianca, che andava sempre senza cappello come se avesse i calori anche d'inverno. Lo chiamavan Ponte, perchè un giorno il vento gli portò il cappello in Arno, mentre traversava il Ponte Santa Trinità: ed egli, stizzito, fece giuro di non portar mai più cappelli. E lo mantenne. Quando i ragazzi gli dicevano :
— Ponte, i'ccappello?...
— L'ho a bottega — rispondeva.
Fra i tipi più curiosi e più buffi di cui si vendevano dai figurinai le caricature, i più noti erano Giorgino orefice sul Ponte Vecchio, piccolo con le gambe torte, il viso lungo e una bazza smisurata ; il principe Ruspoli, col collo lungo e d' una figura ridicolissima ; il Michelagnoli, Commissario degli Innocenti chiamato per soprannome il re Erode, perchè si diceva che le rendite le mangiasse tutte lui, e i fanciulli ivi ricoverati ne soffrissero. Il gobbo fioraio, un ometto allegro e faceto che vendeva i fiori le domeniche e che quando li offriva alle Signore diceva sempre: « I' ho le rose e la vainiglia - Ma se la scappa.... chi la ripiglia?... »
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (475/706)
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