Firenze vecchia di Giuseppe Conti

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      Bagni, e Teatri
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      scambio di mele, torsoli e palle di foglio che era un piacere. Si udivan pure gli annunzi di felici digestioni, con certi sospiri degni di quelle creature degli stabbioli di fuor di Porta alla Croce ; e alla maschera che redarguiva quelli screanzati di-cevan sul viso: — Per lei.... non è nulla, caro sor Aringhe! — e allora quel disgraziato a sbraitare e urlare finché poi non gli toccava a uscire; perchè, chi gli girava la lucerna, chi gli tirava le falde e chi gli dava dietro nei ginocchi per fargli piegar le gambe, nei momenti in cui si dava importanza e si stizziva più che mai.
      Quando finalmente alle otto compariva il gobbo Masoni in orchestra, e si accendevano quegli altri dieci o dodici lumi, allora era un pandemonio addirittura. Urli, fischi, applausi, tanto per far fracasso, in mezzo al quale si distingueva suscitando le più grandi risate, la nota acuta di qualcuno di quei soliti sospiri. E fosse finita lì!... Basta, non ne parliamo. •
      Ad un tratto si sentiva urlare: — So' Masoni ! la soni !... — e qualcuno più sfacciato lo chiamava gobbo senza tanti complimenti.
      La rappresentanza non consisteva soltanto in una commedia o in una farsa. Abitualmente ci eran cinque o sei cose. Un dramma in sei o sette atti ; la pantomima ; la farsa, il balletto, e magari la lotta !
      Infinite erano le interruzioni, le esclamazioni, le approvazioni, le ingiurie, gli improperii e le invettive ai personaggi del dramma o della commedia. Quando c'era sulla scena un re tiranno, era un continuo gridare : — Ammazzalo ! ammazzalo!... — Se poi in qualche pasticcio intricatissimo dove nessuno raccapezzava nulla, avveniva che si cospirasse ai danni di qualche vittima, tentando di avvelenarla col mezzo di una bevanda, il pubblico frenetico, come se si trattasse di cosa vera, urlava: — U11 lo bere, c'è i'veleno!... —
      Nei drammi o nelle commedie quando veniva l'amoroso che faceva lo svenevole, o il caratterista a fare il buffone, si sentiva a un tratto qualcuno che diceva: — « Ch'ha egli


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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze
1899 pagine 702

   

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