Firenze vecchia di Giuseppe Conti
Bagni, e Teatri
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colare, rappresentare impunemente quel dramma del Piglia il mondo come viene che pareva tale e quale una satira contro 1' « ottimo Sovrano, » celato sotto le spoglie del protagonista « Ser Bartolommeo speziale, Sindaco della Comunitą, » che a un certo punto esclama :
Meglio č campar babbei, Che quali eroi morir!
Nei quali versi si poteva riassumere tutto l'individuo posto in caricatura. Molto pił poi quando canta:
Chi brama per i fichi La pancia conservar, Scordi gli esempi antichi E lasci dire e far.
Lavare il capo all' asino Č un pessimo lavar.
La chiusa poi del dramma giocoso, per la profonditą dei concetti e per la forma elettissima merita di esser riprodotta.
Bartolommeo dice:
Sono ormai disingannato, Io rinunziņ al sindacato, Nč velen nč scappellotti, Non mi voglio pił pigliar.
D' ora innanzi a' miei cerotti Non ad altro vo' badar.
Ed il coro gli risponde:
Viva, viva, bravo, bene.
Piglia il mondo come viene. Č un gran pazzo chi si affanna A voler quel che non č.
Nel Castel di Falananna Pensa ben chi pensa a sč.
Questo, press' a poco, era il genere delle opere rappresentate nella quaresima al massimo teatro di Firenze sebbene vi prendessero parte cantanti di grido, non perchč urlassero, ma per la loro fama.
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (495/706)
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