Firenze vecchia di Giuseppe Conti
Befane e Carnevale
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dei combattenti ; e la vittima fu un tale Pietro Del Moro, che ricevuta una sassata in una tempia cadde come morto. Il subbuglio si fece allora generale, e gli animi si eccitarono più che mai. La cosa sarebbe andata a finire anche peggio, se fra i più autorevoli cittadini, tanto da una parte che dall'altra, non si fosse trovato il modo di attutire le ire, impedendo nuove vittime. Frattanto, siccome quelli che venivan da San Niccolò, avevan dovuto per davvero retrocedere per la violenza degli avversari, trascinarono il Del Moro privo di sensi in una bottega sui Renai, e fattolo un po'riavere, lo portarono allo Spedale di Santa Maria Nuova, dove, disgraziato, morì il giorno dipoi, lasciando la moglie con tre figliuoli. « E non eran quattr'anni ch'era stato sposo!»
Cosicché, queste due befanate che andarono a finir male, diventaron famose; e servirono di ammaestramento per l'avvenire. Poi, siccome l'indole del popolo fiorentino è stata sempre buona, tali sconci non si rinnovarono, e si continuò per un pezzo a portar le befane a spasso per la città, in mezzo alle torce, e fra le risate, gli schiamazzi e gli strilli delle trombe di vetro.
La vera festa della Befana non solo consisteva nel portare a spasso per la città i fantocci, ma nel mettere alle finestre delle case certe « fantocce che befane s'appellano » dice il Fa-giuoli in una sua cicalata inedita, da lui detta nel 1724 la mattina di Berlingaccio in casa Viviani. C'era, a quanto sembra, una specie di gara nel far quei fantocci più belli e che paressero più veri ; poiché il citato Fagiuoli racconta di averne veduta una, che destava la comune ammirazione, « la quale aveva nel collo una molla a cui era legato uno spago nascosto dalle vesti, e che tirandolo faceva fare alla befana un grazioso saluto del capo a chi dalla strada stava rivolto verso di lei per guardarla. »
Il Fagiuoli pare che avesse della ruggine con qualche dama del suo tempo, perchè prendendo pretesto da quella befanetta che faceva gli inchini ai passanti, esclama con una certa indignazione: « Onde io considerai che così bisognerebbe fare
3?. — Conti.
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Firenze vecchia
Storia - Cronaca - Aneddotica - Costumi (1799-1859)
di Giuseppe Conti
Bemporad Firenze 1899
pagine 702 |
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Pagina (501/706)
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